Curiosità - 29 gennaio 2019, 13:07

Era stato avvelenato: salvato e rimesso in libertà il lupo Giorgio, curato nel Parco delle Alpi Marittime

Per tre settimane l’animale è stato curato limitando al minimo le interazioni con il personale veterinario, in modo da evitare il rischio di abituazione agli esseri umani

Era stato avvelenato: salvato e rimesso in libertà il lupo Giorgio, curato nel Parco delle Alpi Marittime

Avvelenato, recuperato, curato, tornato in libertà: questa, in estrema sintesi, è stata l’avventura che è toccata a Giorgio, così è stato chiamato il lupo recuperato in gravi condizioni lo scorso 7 gennaio nel Vallone dell’Arma (Valle Stura) e rilasciato ieri nella stessa area, lunedì 28 gennaio.

Per tre settimane l’animale è stato curato limitando al minimo le interazioni con il personale veterinario, in modo da evitare il rischio di abituazione agli esseri umani. Il giovane maschio si è ripreso velocemente e le sue condizioni sono state quindi valutate idonee all’immediato ritorno in libertà, avvenuto secondo le indicazioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Nazionale (ISPRA) con la collaborazione dei guardiaparco e dei ricercatori delle Aree protette Alpi Marittime, dei Carabinieri Forestali, del personale dell’Amministrazione provinciale di Cuneo e del Servizio vigilanza del Comprensorio Alpino di Caccia della Valle Stura.

L’animale è stato dotato di un radiocollare, che permetterà di seguirne per un certo periodo gli spostamenti, utili a capirne il reinserimento nel branco originale e fornendo una messe di informazioni estremamente utili per il monitoraggio della specie. Giorgio non terrà per sempre il radiocollare: quest’ultimo è infatti dotato di un meccanismo di sgancio automatico e di localizzazione. Una volta che il radiocollare avrà esaurito la sua funzione, cadrà a terra inviando un segnale che ne permetterà il successivo recupero.

Un altro lupo è stato ucciso dai bocconi avvelenati nella stessa zona all’inizio del mese: il livello di attenzione sul tema resta molto alto e la collaborazione di tutti i cittadini è indispensabile per contenere questo fenomeno letale per i selvatici, dannoso per l’ambiente e pericoloso per le persone e i cani. In caso di sospette esche avvelenate, è importante segnalarle al 112 ricordandosi di documentare fotograficamente le esche (se possibile) e indicando il luogo preciso del ritrovamento – senza mai toccare nulla.

Redazione

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