- 18 aprile 2018, 08:41

La fobia Scolare: quando troppa ansia non ti permette di andare a scuola

La Scuola è un’istituzione che rappresenta uno degli ambienti di vita dei bambini e ragazzi che contribuisce a determinare la loro personalità, in termini di sicurezza, autonomia e autostima che si forma in relazione alle esperienze e ai rapporti con i coetanei, con gli insegnanti e con i risultati scolastici

Foto generica

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La scuola è un luogo molto importante che però può generare sia soddisfazioni che delusioni, una vera e propria palestra di vita necessaria alla crescita degli studenti. Purtroppo, a volte, le delusioni possono essere così significative da provocare nei ragazzi difficoltà che si muovono lungo un continuum che va dal semplice disagio ad andare a scuola per un’interrogazione ad un vero e proprio rifiuto scolare compromettente dal punto di vista del funzionamento generale e sociale dell' alunno. 

Si definisce Fobia scolastica il rifiuto scolare che indica una condizione emotiva  legata al disagio, che provoca ansia e/o timore eccessivi, che coglie lo studente nel momento di andare a scuola e/o durante le ore scolastiche e si caratterizza per i seguenti comportamenti problematici e sintomi psicosomatici.

Si possono riscontrare elevate reazioni di ansia quando lo studente esce da casa, arriva davanti alla scuola, o entra in classe, fino a veri e propri sintomi da panico. Si possono incontrare manifestazioni di serie di sintomi psicosomatici (vertigini, mal di testa, tremori, tachicardia, nausea, vomito, diarrea, mal di pancia, dolori alle spalle, al torace, etc). Spesso il livello di ansia può essere elevato fin dalla sera precedente ed il sonno può venire disturbato da incubi o risvegli improvvisi. Quando si presentano tali sintomi la frequenza regolare delle attività scolastiche viene compromessa seriamente ed in maniera persistente.

L’età d’esordio della fobia scolastica è di solito intorno ai 5-6 anni ma in alcuni casi anche intorno ai 10-11 anni e in adolescenza tra i 12 e i 15 anni, coincide spesso con il passaggio dalla Materna alla Primaria, dalla Scuola Primaria alla Scuola media e dalla Scuola Media alla Scuola Superiore.

La Fobia scolare si può anche ricondurre ad Ansia da Separazione o associata ad altra fobia, in particolare alla Fobia Sociale o può essere la manifestazione secondaria ad una condizione medica generale.

Nel primo caso l' entrata a scuola rappresenta il primo vero e proprio distacco dalla famiglia e questo può generare nel bambino la paura che a lui o ai genitori possa accadere qualcosa di brutto quando si allontanano da loro. Nel caso di un'altra fobia correlata: ovvero una fobia specificamente correlata alla scuola o più in generale ad una fobia sociale, gli studenti di solito rifiutano la scuola da più grandi attuando un comportamento di evitamento più pervasivo. Tale paura potrebbe essere dovuta ad esempio ai fallimenti scolastici o alle difficoltà a relazionarsi con i coetanei. In questi casi si evidenzia una paura che fa seguito ad esperienze relazionali negative vissute realmente o interpretate come tali, oppure immaginate. Oliva sente la famiglia è molto coinvolta da questo problema e sperimenta tutte le strade possibili per spingere i figli ad andare a scuola.

A volte intervengono anche nonni, zii, cugini e, in alcune realtà di paese, anche i vicini di casa, in una specie di processione mattutina in camera del ragazzo/a che, di conseguenza, tiene in scacco tutte quelle persone che si preoccupano per lui/lei. Non sempre l’intervento delle persone di fiducia è disfunzionale, ma se lasciato al caso può fungere da mantenimento al disturbo, è quindi necessario seguire un iter ben preciso che conduce il ragazzo a raggiungere gradualmente le sue autonomie e la possibilità di rientrare a scuola anche avvalendosi delle persone che attivamente il ragazzo è solito coinvolgere.

Quali possono essere i fattori scatenanti delle manifestazioni della fobia scolastica? Il passaggio da un livello scolastico all’altro; eventi di vita stressanti (come la malattia propria o di un familiare, la separazione tra i genitori o dai genitori); relazioni conflittuali nella famiglia; un legame problematico con uno dei genitori; difficoltà con il gruppo dei pari (episodi di bullismo) o con un insegnante (ansia da prestazione); il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione o vacanza. 

Come si può aiutare lo studente in difficoltà? È necessario un tempestivo intervento di tipo psicologico e psicoeducatvo, per appurare le origini del malessere e provvede ad aiutare lo studente a riprendere il normale ciclo scolastico.

Ricordo a tutte le lettrici e i lettori che è possibile farmi domande e interagire con la rubrica. Inoltre, per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo "mi piace" alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa Psicoterapeuta  o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche tutti i precedenti articoli della rubrica e vedere di che cosa mi occupo

ernestina fiore

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