Eventi - 08 marzo 2017, 16:09

Mostra e premiazione del concorso "Architettura Arco Alpino"

Inaugurazione in tutta Italia il

Mostra e premiazione del concorso "Architettura Arco Alpino"

246 progetti (realizzati) partecipanti, 22 i finalisti in rassegna individuati da una giuria d’eccezione composta da Bernardo Bader (Austria), Sebastiano Brandolini (Italia) e Quintus Miller (Svizzera), e i 4 vincitori che saranno svelati il 17 marzo nel corso dell’inaugurazione della mostra diffusa su tutto l’arco alpino.

Questi i numeri salienti della rassegna voluta dall’associazione Architetti Arco Alpino, che raccoglie sotto le proprie insegne (‘AAA’) ben 9 Ordini di Architetti (con 14.000 iscritti) che, da Cuneo a Udine, vedono nell’alta quota italiana un tratto comune, quotidiano, decisivo e perentorio dei propri territori.

Obiettivo dell’associazione – presieduta da Alberto Winterle - è la valorizzazione delle specificità di una progettazione culturalmente e morfologicamente sfidante e dar vita a percorsi condivisi di confronto, conoscenza, partecipazione.

Come chiamare a raccolta gli architetti dell’arco alpino italiano, trovare temi comuni di dialogo, individuare le migliori soluzioni progettuali, valorizzare la buona architettura in quota? Dando subito vita a un premio, meglio una rassegna, per mettere in luce realizzazioni sì attente al patrimonio morfologico, cultuale e identitario delle aree alpine, ma in grado di dare risposte dalle forme contemporanee.

Sono emerse tante caratteristiche comuni, almeno quante le peculiarità, le sensibilità, le declinazioni possibili, le problematiche specifiche.

Perché progettare in alta quota significa sfidare la montagna, ma con rispetto; assecondarla, ma con personalità; e amarla, senza compromessi.

Le 22 opere in rassegna, completate tra il 2010 e il 2016, rappresentano per la giuria il meglio delle progettazioni alpine italiane, e diventano terreno di riflessione sulle attuali pratiche progettuali in ambito alpino.

Morfologia, clima, quota, habitat costringono il progetto ad affrontare situazioni dinamiche, contraddittorie, stratificate. Sia esso relativo a temi infrastrutturali, residenziali, museali, ricettivi, scolastici, ricreativi o produttivi. Perché la gamma di realizzazioni presentate nei 246 progetti e condensata nei 22 ‘finalisti’ in mostra è variegata nelle forme, ricchissima di sfumature, generosa nell’offerta.

La montagna, banco di prova duro e imparziale, è sostanza e cornice di questi buoni progetti che favoriscono nuovi modelli di sviluppo, e che prefigurano – ognuno da par suo – specifiche modalità d’interpretazione e visione. Su piccola o grande scala, con coraggio, riflessione, semplicità e qualità.

Le opere scelte – affermano i giurati - privilegiano la linearità alla complessità, il ragionamento al formalismo, la qualità costruttiva all’appariscenza. Certe opere sono assai piccole, ma altrettanto precise. Tutte cercano il dialogo costruttivo con lo straordinario paesaggio alpino (che riguarda sia la natura che la cultura), preferendo sempre il coraggio alla timidezza”.

c.s.

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