Politica - 24 maggio 2013, 08:14

Più rispetto per il Formont e chi vi lavora, con serietà e grande volontà, pur senza stipendio

Lettera di un dipendente del Consorzio dopo le affermazioni fatte in sede di Consiglio della Comunità Montana da Bernardino Matteodo e Silvano Dovetta

Più  rispetto per il Formont e chi vi lavora, con serietà e grande volontà, pur senza stipendio

Spett.le Redazione TargatoCN e gentile Sig. Walter Alberto,

ho letto il recente articolo pubblicato in data martedi 21 maggio c.a. riguardante la situazione dell'Azienda Formont in cui lavoro attualmente e l'intervento doveroso del ns Vice Presidente nonché Procuratore Generale Roberto Vaglio e per questo mi permetto di intervenire.

In primis mi fa piacere che qualcuno abbia rotto il muro di omertà che avvolge da un po' di tempo la nostra agenzia formativa e la sua situazione, anche se l'inchiesta dovrebbe continuare approfondendo e coinvolgendo in toto lo stato della Formazione Professionale piemontese che, grazie all'atteggiamento "sordo" degli Enti Locali e dello Stato sta attualmente agonizzando.

Probabilmente l'approfondimento comporterebbe disturbare personaggi di un certo peso e magari sollevare problemi più generalizzati come l'annunciato fallimento tecnico della Regione Piemonte. Ma queste sono solo considerazioni, supposizioni di un dipendente fuori dai giochi della politica (quella con la p minuscola) e quindi lasciano il tempo che trovano.

Preferisco concentrare il mio intervento sulle seguenti parole riportate dall'articolo ed attribuite a due personaggi che presumo appartengano al teatrino della politica e che ho la fortuna di non conoscere: Bernardino Matteodo (“Stiamo dando sangue ad un malato destinato a morire”) e di
Silvano Dovetta
(“Abbiamo seri problemi economici per sopravvivere e corriamo in soccorso di questo carrozzone che la Regione mantiene in vita a tutti i costi per poi lamentarsi che non ci sono fondi per la sanità e l’assistenza?”).

La disinvoltura di affermazioni così gravi da parte di personaggi che ricoprono un ruolo istituzionale e quindi sociale è sconcertante:

- Caro Sig. Bernardino Matteodo , qui il sangue non lo sta dando lei di sicuro, ma lo stanno dando tutti i dipendenti e i collaboratori del Formont che tutti i giorni affrontano mille difficoltà di ogni genere assumendosi responsabilità e oneri più gravosi di quelli previsti dal loro ruolo e svolgendo un aspetto sociale che spesso non viene svolto dalle istituzioni. Se come afferma lei "il malato è destinato a morire" allora moriranno famiglie di dipendenti che vivono grazie al serio lavoro di tutti i giorni, moriranno anni di sacrifici e moriranno migliaia di allievi che grazie a NOI e non a politicanti come lei, in questi anni di storia del Formont, hanno trovato la possibilità di imparare un mestiere, trovare un lavoro e non finire emarginati dalla società.

- Caro Sig. Silvano Dovetta, sarei molto felice di sapere che i problemi della Sanità e assistenza piemontese fossero tutti riconducibili, come entità economica a quella del Formont, ma anche il più sprovveduto degli e/lettori conosce la verità e sa benissimo che la situazione è molto più complessa e grave ed è imputabile non certo al mondo della Formazione ma a gente come lei ed ai suoi colleghi politicanti che l'unica cosa che sanno fare è inventarsi scuse infantili del tipo "non sono stato io, sono stati quelli che c'erano prima di me!".

Parlando di carrozzone una cosa non è stata precisata da nessuno, alla quale ci tengo particolarmente: il carrozzone, come è stata definita da lei la nostra azienda, da oramai quasi tre mesi, va avanti non grazie al carburante della politica, ma grazie alla totale mancanza di "carburante" per i conticorrente a secco di tutti i dipendenti del Formont, che continuano a mandare avanti la baracca con serietà e grande volontà, pur senza stipendio.

Per questo pretendiamo meno parole a vanvera e più rispetto da parte di tutti!

Cordialmente.

Un dipendente del Formont

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