In tempo di saldi noi donne possiamo dare sfogo, con un minore senso di colpa, ad un'altra passione che, per alcune, supera perfino l'insana mania per le scarpe.
Sto parlando delle borse, che inevitabilmente attirano il nostro occhio quando passiamo davanti alle vetrine dei negozi. Come per le scarpe, è totalmente ininfluente che a casa si trovino già ammucchiate decine e decine di borsette. Di fatto, ce ne manca sempre una: quella.
Cioè, quella che abbiamo visto su una rivista, magari esibita da qualche personaggio alla moda, oppure quella sulla quale il nostro occhio si è posato distrattamente mentre, come sempre di fretta, eravamo per strada. Nel qual caso, inizia il travaglio interiore. Bella, sì, carino anche il colore, però ne ho circa cinque più o meno già fatte così, sì però questa non è proprio uguale uguale, ha quel tocco lì particolare...
Un grande ostacolo da sormontare, quando si parla di borse, è il prezzo. Ci sono quelle che equivalgono a uno o due stipendi, se non di più. Per la maggior parte di noi, dunque, inavvicinabili. Ma sono maledettamente belle, delle meraviglie, che pertanto rimangono un irraggiungibile oggetto del desiderio. E di queste ne esistono due categorie. Le intramontabili, come le Birkin o le Kelly o alcune di Chanel e di Vuitton, e che se, con enormi sacrifici, siamo riuscite a procurarcele, diventano una sorta di investimento, perché andranno sempre nel tempo, non passeranno mai di moda e perché, nella peggiore delle ipotesi, se fossimo proprio alla fame potremmo persino pensare di rivenderle, rimediandoci ancora un gruzzoletto. L'altra categoria è rappresentata dalle borse carissime ma effimere. Restano à la pàge giusto una stagione, e subito dopo risultano immediatamente obsolete. Di solito sono bellissime per la loro struttura, colore o design, ma restano tali solo qualche mese, per passare subito dopo nella categoria delle impresentabili.
Io sono un'amante delle borse medio-grandi, ma non per tutte è così. Ci sono infatti le feticiste di quelle piccole o piccolissime, le clutch, che una volta si chiamavano pochette. Nelle clutch non ci sta niente di niente, forse giusto un fazzolettino piegato in sedici, e tutto il resto lo si deve mettere da qualche altra parte. Inoltre, le clutch devono essere tenute inevitabilmente in mano, perché non hanno né maniglie né tracolla. Insomma, l'esatta antitesi di quello che una vera borsa deve fare.
La vera borsa, infatti, deve (e di solito lo fa) contenere l'universo mondo di una donna. A seconda della categoria femminile – donna in carriera, mamma, massaia, ragazzetta, studentessa – all'interno ci deve essere sempre tutto ciò che riteniamo indispensabile: dagli immancabili fazzolettini di carta e l'assorbente igienico in caso di emergenza, dal lucidalabbra, dal taccuino alla bottiglietta d'acqua, al profumino, al ciuccio di emergenza per il bambino, al bavaglino e al suo dolcino sbocconcellato, alla bustina per la tisana o il tè, alla bustina di zucchero per i cali di pressione, agli occhiali da sole, agli occhiali da vista per vederci da vicino e/o da lontano, un orecchino spaiato, uno o più bottoni saltati via da qualche indumento, oltre agli ovvi portafoglio, chiavi di casa e cellulare. Oltre alla varia oggettistica (altro paio di occhiali, macchina fotografica, lettore mp3, i-pad, mega smartphone.. ) che il nostro uomo ci molla da tenere, perché lui poverino non li può proprio mettere in tasca. C'è chi tiene tutta questa roba sparsa all’interno della borsa, altre invece, come la sottoscritta, che si serve di pratiche buste fornite di numerose tasche da tenere dentro la borsa, piene del materiale di cui sopra, che sono utilissime in caso di cambio-borsetta, soprattutto quando si è di fretta.
Noi di solito in questi marasma ci troviamo sempre quello che stiamo cercando e pure con una certa semplicità. Ma proviamo a dire a nostro marito di prendersi da solo gli occhiali sparsi nella borsa: starà dieci minuti a “ravanare” e poi, nervosetto, ci dirà “prendili tu - nella tua borsa non si trova niente - ma come fai a trovare sempre le cose ?!”.