- 07 settembre 2011, 08:22

Settembre, ora di tornare tra i banchi: che emozione il primo giorno di scuola!

Il pensiero che mi correva nella mente quel giorno vedendo molte bambine piangere lo ricordo perfettamente: "Chissà perché piangono, tanto poi le mamme tornano a prenderle!”

Settembre, ora di tornare tra i banchi: che emozione il primo giorno di scuola!

A settembre è un po' come ricominciasse tutto. Settembre è il vero inizio d'anno, non gennaio. E' a settembre che riprende la scuola, e per qualcuno può essere la prima volta. Una prima volta che rimarrà nei ricordi per tutta la vita, dei genitori e dei figli. Il primo giorno della prima elementare. Il primo giorno delle medie. Il primo giorno delle superiori. Squarci di tenerezza davanti ai portoni delle scuole elementari. Forse adesso i bambini sono meno naif di quanto eravamo noi alla loro età, ma il primo giorno di scuola di sempre sarà comunque una prova emotiva molto forte.

Per i bambini che iniziano un percorso che durerà lunghi anni, accompagnati da gioie, attimi di sconforto, paure, momenti più o meno belli e per i genitori, che memori delle loro passate esperienze, cercheranno di fare del loro meglio per aiutare i propri figli ad arrivare fino al sospirato traguardo di un diploma.

Il mio primo giorno delle elementari lo ricordo benissimo. Ero stranamente tranquilla in mezzo a una quarantina di bambine – allora le classi erano numerosissime e rigidamente divise fra maschi e femmine -, molte delle quali piangevano e forse più di una se l'era anche fatta addosso per l'emozione.

Forse temprata dall'esperienza fatta all'asilo dalle suore, del quale non ho ricordi molto piacevoli, ho ancora stampato in mente il pensiero preciso che si era formato nel mio piccolo cervello di seienne: “Chissà perché quelle bambine piangono, tanto poi le mamme tornano a prenderle!”.

Il salto dalle elementari alle medie era stato più traumatico. Ma più per un discorso sessista che di vero e proprio cambiamento di approccio scolastico. Per la prima volta in classe c'erano anche i maschi, e l'impatto non era stato dei migliori. Intanto c'erano i ripetenti, che sembravano più dei delinquenti minorili che studenti, e difatti passavano più tempo fuori dalla classe che dentro. L'atmosfera quasi ovattata delle elementari di sole bambine rimaste piuttosto infantili fino alla soglia degli undici anni, andava a scontrarsi violentemente con un mondo del tutto nuovo e sconosciuto : i maschi pre-adolescenti. Un mondo che non mi piacque molto, a dire la verità.

Il primo giorno di quarta ginnasio è stato il più bello. Non vedevo l'ora di iniziare il liceo classico, nel quale avevo riservato tantissime speranze ed aspettative, non tutte realizzatesi, beninteso. Nonostante fosse uno dei periodi più brutti della storia italiana, quello degli anni di piombo – nella mia stessa classe c'era una divisione che  rispecchiava perfettamente, nella posizione dei banchi (sinistra-centro-destra ed ali estreme) i gruppi parlamentari ed extraparlamentari della vita politica reale – i ricordi del liceo sono impressi nella mia memoria freschi e nitidi come se fossero trascorsi pochi mesi e non anni, come invece purtroppo è.

Ora mi manca l'esperienza vissuta dai genitori di figli contemporanei. Credo che alcune sensazioni siano rimaste simili per i bambini di oggi e di tanti anni fa. Come l'emozione per  l'acquisto della nuova attrezzatura composta da cartelle, matite, libri. Quello che forse fa la differenza è che i bambini di una volta avevano un corredo scolastico che è lontano anni luce dai colori  e dall'allegria di quello dei bambini di oggi. Eravamo già educati alla serietà a sei anni. Che bello invece adesso che i bambini possono fare i bambini!

I quali, però, hanno una mole di libri di testo da portare a scuola che non è neanche minimamente comparabile con il nostro unico sussidiario di prima e seconda elementare. Poi, dopo che si erano passati gli esami per la terza (soppressi nel 1977), qualche libro in più c'era, ma non così tanti da costringere i poveri scolari di oggi a trascinarsi dietro addirittura un trolley. Così come il metodo d'insegnamento, tante cose sono cambiate, e sarebbe troppo lungo affrontare il discorso. Ma il batticuore del primo giorno, quello, resterà sempre lì, in ogni bambino o studente in attesa che si spalanchi il portone della sua scuola.

 

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