- 08 giugno 2011, 11:21

Conto alla rovescia per la fine dell'anno scolastico: tutti in pizzeria!

Vecchi e nuove abitudini per concludere il lungo periodo della scuola: da lunedì le vacanze estive

Conto alla rovescia per la fine dell'anno scolastico: tutti in pizzeria!

Sarà difficile trovare posto nelle pizzerie nei prossimi giorni. Si chiudono infatti le scuole ed è diventato imprescindibile per tutti gli studenti festeggiarne la chiusura con una bella mangiata a base di pizza. Forse il cibo più conviviale che esista. Un altro modo di festeggiare la fine della scuola è, da un po' di anni a questa parte, il tirarsi i gavettoni all'uscita dell'ultimo giorno. Ma i gavettoni sono forse l'espressione più sobria. Insieme  si possono anche tirare uova, farina, ketchup e tutto ciò che possa impiastricciare per bene. Non che tutti facciano cose così, però il trend è questo. 

A Torino, negli anni scorsi, alcuni ragazzi hanno trascorso l’ultimo giorno di scuola in ciabatte e costume da bagno. Poi si sono dati appuntamento in centro città festeggiando con musica a tutto volume e distribuzione di bibite. Balli, sole, gavettoni (e scivoloni) e canti per celebrare la fine dell'anno scolastico. Che anche quest'anno, se il tempo lo permetterà, sarà celebrato saltellando fra gli schizzi delle fontane di Piazza Castello. Ai miei tempi  - e non dico quali! – invece era diverso. Completamente diverso. Non si faceva niente.

Si usciva dal portone di scuola , “ciao, ciao” e finiva lì. Poteva capitare che con i compagni più amici degli altri si andasse anche a mangiare una pizza, ma già era una cosa estremamente difficile che capitasse ed in ogni caso era impossibile che vi partecipasse tutta la classe. Questo per le scuole superiori. Alle elementari non si faceva niente di niente. Un bel  mazzo di fiori da dare alla maestra per ringraziarla della sua dedizione. E nel mio caso specifico era proprio dedizione: credo sia stata assente due volte al massimo in cinque anni. Poi si apriva un periodo lunghissimo di nulla. Quasi quattro mesi, visto che si riprendeva ad ottobre. Con i compiti delle vacanze da fare, certo, ma in misura estremamente esigua rispetto alla mole di lavoro che si portano dietro i bambini di oggi.

Il mio libro per i compiti delle vacanze si chiamava “GEMME”, ed era giusto un libbricino, che in quattro mesi lo potevi fare e rifare dieci volte. E le vacanze estive erano talmente lunghe che già alla fine di agosto non se ne poteva più, subentrava la nostalgia di tornare a scuola. Salvo poi, dopo qualche settima, agognare già le vacanza di Natale che facevano da cuscinetto fra i due lunghi periodi scolastici. Nessuna vacanza a Carnevale, se non il pomeriggio del martedì ed il giovedì grasso o a Pasqua. E forse in questo caso, se non ricordo male, veniva aggiunto un giorno o due alla domenica e al lunedì dell’Angelo.

Per non parlare delle elezioni, che adesso sono più frequenti di allora, e se poi ci aggiungiamo anche i referendum, quasi a cadenza annuale, si vede che i giorni di vacanza alla fine non dico vengano compensati tra il periodo scolastico di oggi e la scuola di ieri, ma quasi. Da considerare anche la classica gita scolastica, dove però le mete, nel trascorrere degli anni, sono diventate sempre più internazionali ed importanti. Fino agli ultimissimi tempi, quando, grazie ai tagli imposti alla scuola, le gite sono diventate un lusso che pochi istituti scolastici si possono permettere. Così, addio Parigi, addio Roma. Già è tanto se si riesce ad organizzare gite in luoghi vicinissimi tipo il Parco Fluviale, figuriamoci arrivare fino a Torino!

Da lunedì allora Cuneo cambierà in parte volto: meno confusione in giro al mattino all’apertura delle scuole, e nei genitori una sensazione non ben definibile. Essere preoccupati di avere i figli a casa e logisticamente non saperli dove piazzare - e soprattutto da chi farli guardare (ovviamente mi riferisco a quelli più piccoli)  - oppure contenti di trovare, con molta più facilità, le strade libere ed i posteggi più vicini al luogo di lavoro ?

Monica Bruna

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