- 12 giugno 2015, 13:46

Palazzo Cristoforo Spinola di Genova ceduto all'editore saviglianese Nino Aragno

Con questa quarta acquisizione nella Capitale genovese, Aragno conferma il proprio spiccato interesse verso i prestigiosi edifici caratterizzati dalla distintiva icona cielo-terra

Un'operazione che unisce patrimonio storico e mercato finanziario, con un progetto che finalizza il secondo alla riscoperta, conservazione e rivalutazione. Una operazione che, ancora una volta, ha il proprio epicentro motore nel Cuneese con approdo, in specifico, a Genova. La Società di gestione del risparmio Fabrica Sgr - facente capo a Caltagirone/Montepaschi - ha ceduto, dal Fondo Gestito Pitagora, Palazzo Cristoforo Spinola all'Editore saviglianese Nino Aragno.

L'immobile, sito nel glorioso Capoluogo ligure e storica Capitale dell'Antica Repubblica, fu costruito dal Governatore Tomaso Pallavicino agli inizi del '600 su planimetrie di Rubens. L'edificio, nobile e solenne, ospita il Rettorato dell'Università degli Studi sulla base di un rapporto di affitto fino al 2023.
L'operazione è realizzata in regime di reverse charge con closing entro il 30 giugno prossimo, e gestita dall'Advisor Misurale & Associati di Roma, con la definizione di un reddito predeterminato dell'8,68% annuo.

Con questa transazione, contestualmente, Fabrica Sgr ottiene la monetizzazione di un importante bene immobiliare proveniente da De Ferrari Galliera, ora Mediterranea delle Acque.

L'Editore Aragno - dopo il successo di operazioni analoghe su Palazzo Acquarone, Palazzo Piaggio e Fedecommisseria - con questa quarta acquisizione nella Capitale genovese, conferma il proprio spiccato interesse verso i prestigiosi edifici caratterizzati dalla distintiva icona cielo-terra, creando solide basi per la loro conservazione e rivalutazione anche dal punto di vista della loro storia e memoria narrativa. Aragno è un editore apprezzato universalmente per le proprie opere di alta innovazione culturale, fra cui la versione di pregio del Manuale di educazione finanziaria di Beppe Ghisolfi.

r.g.