Ottavio Morino (1914-1941), ex calciatore della Saviglianese dal quale il campo sportivo trae il proprio nome, è davvero un disperso della Seconda Guerra Mondiale in Africa Settentrionale? Fino al mese scorso avremmo risposto affermativamente. La madre del sottotenente saviglianese non volendo immaginare il figlio morto sul campo di battaglia lo aveva atteso fino alla propria morte e non aveva mai voluto intraprendere ricerche.
Ora siamo giunti alla scoperta che Ottavio è sepolto a Bari, nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare, dove da decenni è stato traslato dal cimitero di Bardia, in Libia.
Una notizia sconvolgente per la famiglia di Ottavio Morino che, anche grazie ad un progetto scolastico del Liceo Arimondi, ha iniziato ad indagare negli ultimi mesi sulla storia del giovane sportivo, interpellando il Ministero della Difesa.
Nell’autunno, infatti, i ragazzi della classe 1 B del Liceo Scientifico, dopo aver visitato la mostra su Nuto Revelli allestita presso il Museo cittadino, avevano raccolto alcune tra le testimonianze più interessanti provenienti dal fronte della seconda guerra mondiale: tra di esse le lettere alla madre di Ottavio Morino, calciatore di valore della Saviglianese, destinato alla Campagna d’Africa come sottotenente carrista e deceduto nella roccaforte di Bardia, al confine tra Libia ed Egitto, nel gennaio del 1941.
La notizia di questo progetto si è diffusa nei corridoi del Liceo, giungendo alle orecchie di tutti i liceali, tra cui quelle del nipote della signora Maria Luisa Novaretti, in Gullino, a sua volta nipote di Ottavio Morino, che si è resa immediatamente disponibile per raccontare qualcosa di più ai giovani alunni su questo personaggio, pur sapendone davvero poco, in quanto aveva perso lo zio all’età di appena due anni.
Aiutata da tutta la famiglia, la signora ha dato il via alle indagini, interpellando il Ministero della Difesa e tutte le fonti accessibili, scoprendo così che Ottavio, da sempre creduto disperso, è sepolto a Bari nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare, e ritrovando lettere di carristi del terzo battaglione della Divisione Ariete che descrivono la sua morte, fugando ogni dubbio. Nei documenti forniti compare inaspettatamente anche il nome di un amico in battaglia di Ottavio, il saviglianese Pietro Beccaria, bisnonno di uno degli alunni della classe coinvolta nella ricerca.
“Ringrazio questi ragazzi e la loro insegnante Chiara Fogliato per questo progetto, muovendo dal quale la nostra famiglia ha chiarito le proprie origini” sono le parole della signora Maria Luisa.
“Chi avrebbe mai immaginato di scoprire così tanto partendo da un lavoro scolastico di giovani liceali! Da una pagina di studio alla scoperta di una morte mai verificata e di un’amicizia tra antenati delle persone qui presenti- le fa eco la nuora Liliana- quanto è piccolo il mondo!”