L’11 aprile ci ha lasciato Suor Maria Emanuela Panero. Conosciuta come Suor Emanuela, all'anagrafe Irene Panero, era originaria della frazione Veglia ed era entrata nell'istituto Somasche Figlie di San Girolamo Emiliani nel 1960. Dal 1975 al 2002 ha prestato il suo prezioso servizio presso l'Istituto Gallaman di Cherasco, dove si è dedicata con profondo amore e straordinaria sensibilità all'educazione e alla cura di tanti bambini, riservando un'attenzione particolare ai più fragili e bisognosi. La sua figura è rimasta nel cuore di chi l'ha conosciuta proprio per la dolcezza, la fermezza e l'instancabile dedizione con cui ha accompagnato generazioni di piccoli cheraschesi.
Nel 2002 era poi partita per la missione africana in Congo. Ricorda il primo cittadino: "Due anni fa, nel luglio del 2023, aveva festeggiato proprio a Cherasco, durante un breve rientro in Italia, i sessant'anni di professione religiosa".
«È con profondo cordoglio – ha detto il sindaco Claudio Bogetti, porgendo l'ultimo saluto a suor Emanuela e ricordando padre Attilio Stra, deceduto a inizio anno - che voglio ricordare due persone, recentemente decedute, che hanno fatto della loro vita una missione verso gli altri, i più poveri, i malati, in angoli del mondo dove la miseria e la povertà mietono ogni giorno tante, troppe vittime».
Anche padre Attilio Stra era originario della Città delle Paci. Salesiano, è morto nella poverissima isola di Haiti, all’età di 88 anni, dove aveva fondato un centro per aiutare i ragazzi di strada. Nel 2010 era stato gravemente ferito nel terribile terremoto di febbraio. Era quindi tornato in Italia, a Cherasco, per la convalescenza. Aveva un forte legame con Cherasco ma anche con Haiti, che considerava la sua casa e il suo primo pensiero era per quei ragazzi laggiù a cui aveva dato una speranza.
«Ricordare questi due missionari è doveroso per tutti noi. - conclude il primo cittadino - Ci lasciano in eredità il loro straordinario esempio di vita. Hanno scelto di vivere per gli altri, per le persone che più hanno bisogno, lontani dalle loro case, dagli affetti. Quando, nel 2011, comunicammo il desiderio dell'Amministrazione comunale di riconoscere il premio Cheraschese dell'anno a un altro missionario, che è tutt’oggi ancora con noi, don Bartolomeo Rinino, quest'ultimo fu subito molto reticente e accettò solo a condizione che il riconoscimento non fosse personale, ma destinato a tutti i missionari. Come don Rinino, anche padre Attilio e suor Emanuela hanno operato in silenzio, con grande dedizione e umiltà, lasciandoci in eredità il loro straordinario esempio di vita».