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Curiosità | 13 aprile 2025, 08:26

Bra, alla scoperta degli angoli di glicine più suggestivi da fotografare

Tutti pazzi per le nuvole viola che colorano (e profumano) le strade e i giardini

Bra, alla scoperta degli angoli di glicine più suggestivi da fotografare

La primavera chiama e Bra risponde. Dal centro città alla periferia rurale, è un caleidoscopio di colori per un Hanami (questo il termine per indicare la fioritura in Giappone) tutto italiano.

Dopo mimose, magnolie, mandorli e ciliegi, la natura si tinge di lilla, grazie a uno dei fiori più belli e romantici: il glicine, anche conosciuto a Tokio come “fuji”. Il significato di questa pianta è spesso rimandato a Venere, dea dell’amore e della bellezza, legata al simbolo di sensualità e femminilità.

Conosci i glicini?

Al glicine è associato anche il concetto di riconoscenza e di amicizia. Secondo un’antica usanza nipponica, infatti, gli imperatori che si recavano in Paesi stranieri erano soliti omaggiare chi li ospitava con un bonsai di glicine e ciò era segno di pace e serenità.

Una leggenda italiana invece racconta di una giovane pastorella di nome Glicine che, disperata per il suo aspetto, iniziò a piangere in un prato e, ad un certo punto, le sue lacrime diedero vita ad una meravigliosa pianta dalla fioritura stupenda e dall’inebriante profumo, il glicine. Circondata da magnifico profumo la ragazza si sentì orgogliosa e fiera di se stessa, per esser riuscita a creare quella pianta meravigliosa.

Tra le più belle ed apprezzate piante rampicanti del mondo, è estremamente longeva: uno degli esemplari più antichi del nostro paese ha più di 700 anni e leggenda vuole che sia stato fonte d’ispirazione addirittura per Leonardo da Vinci.

Dovete ancora sapere che il nome scientifico di questa pianta è wisteria ed è stato assegnato in onore dello studioso statunitense Caspar Wistar, che ne indagò per primo le caratteristiche. I tedeschi lo chiamano “blauregen” che significa “pioggia blu”, mentre i cinesi usano il termine “zi teng” che significa “vite blu”. In Italia, invece, si fa derivare il glicine dalla parola greca “glikis” che significa “dolce” e si rifà al profumo dolciastro dei suoi fiori. Qualunque sia il nome con cui chiamarlo, il glicine resta una fascinosa pianta rampicante che fiorisce in primavera, tra aprile e giugno, regalando un vero e proprio spettacolo.

Avvertenze

Il Glicine, crescendo, tende ad avvinghiarsi ad ogni superficie, riuscendo persino ad inglobarla e a volte persino a piegare il ferro di recinzioni e pergolati. Ma il problema più grande è sottoterra, dove le sue potenti radici raggiungono dimensioni notevoli in poco tempo: non piantatelo mai vicino ai muri di casa, o ancor peggio, laddove passino dei tubi sotterranei. Inoltre il suo vigore a lungo andare può anche spaccare vasi di terracotta.

Bontà o veleno nel piatto? I suoi petali si possono mangiare (le nonne ci facevano frittelle o crudi in aggiunta alle insalate), ma con moderazione, perché contengono saponina, che è tossica e può causare vertigini, confusione, problemi di linguaggio, nausea, vomito, dolori di stomaco. Quindi meglio non rischiare ed usarli solo per decorare le pietanze. Peggio invece semi e radici (ma anche in maniera più leggera foglie e rami): sono velenosi sia per noi che per i nostri animali domestici.

Glicini a Bra

Puntuale come ogni anno, anche in questo 2025, è iniziata la fioritura dei glicini a Bra, dove si possono ammirare delle imponenti muraglie viola, uno spettacolo per gli occhi e un risveglio per l’olfatto. E poi, diciamocelo, quanto sono Instagrammabili? Con la loro forma armoniosa, quel violaceo pieno di sfumature... peccato solo che dai social non si senta il profumo, inebriante.

Non ci credete? Provate a fare una passeggiata in una di queste strade (e se ne conoscete altre, segnalatecele nei commenti!).

Un glicine profumatissimo e con un tronco enorme piove, letteralmente, nel cortile della storica sede di Slow Food, in via Mendicità Istruita, così ammaliante da sembrare di trovarsi dentro un quadro di Monet. Immaginatevi come è bello stare seduti sotto una pergola così profumata: rilassa e vi mette di buonumore. Anche il contesto è meraviglioso: il balcone ornato con grappoli viola - che ve lo diciamo a fare - è perfetto per qualche bello scatto fiorito (e originale). Magia.

Per non parlare della formidabile scenografia che si trova alla fine di via Mercantini, subito dopo l'incrocio con via G.B. Gandino, dove i glicini incontrano le geometrie dei palazzi, rendendo pittoresco tutto il contesto. Entusiasmante.

Già che ci siete, un girettino è d’obbligo ai giardini di piazza Roma con tappa sotto il pergolato dello storico ristorante Battaglino, dove spuntano glicini in tutta la loro magnificenza. Senza parole.

Un'altra varietà si trova nei pressi del Santuario della Madonna dei Fiori, precisamente in fondo a strada Bria. Qui una cascata di glicini fa da cornice alla piccola nicchia dedicata alla Beata Vergine Maria che domina il paesaggio dal 20 ottobre 1954, anno della sua costruzione. Lungo tutto il muro si estendono i rami che si arrotolano in senso orario, a differenza di quelli di alcune abitazioni vicine, dove crescono in senso antiorario. Ciò dipende dalla provenienza. Infatti, le piante rampicanti provenienti dell'emisfero boreale si arrotolano in senso antiorario, mentre quelle dell'emisfero australe in senso orario. Buono a sapersi.

Una grande nuvola viola si trova in via Barbacana, quindi se bazzicate nei pressi della scuola Media Piumati godetevi questa meraviglia, perché il glicine fa capolino non solo nei parchi, ma anche nei giardini privati (talvolta segreti), dove viene fatto “abbarbicare” su cancelli e ringhiere, offrendo un colpo d’occhio bellissimo.

Per chi preferisce fare una piccola gita fuori porta, a Pollenzo è presente un glicine che si allarga sotto il portico della piazza dove sorge la chiesa di San Vittore e che proprio in questo periodo dà il meglio di sé e rende incantevole tutta l'atmosfera circostante. Un bel modo per stupire l’anima gemella o scattare delle foto clamorose.

Ma un po' ovunque si possono trovare glicini belli e instagrammabili, magari ad addobbare un tristissimo edificio o infilati in qualche cancello arrugginito: basta guardarsi intorno per scovare un trionfo di «Puro viola sopra il verde», come Pier Paolo Pasolini descrive il glicine nell’omonima poesia.

Pronti a immortalare i primaverili grappoli violetti dal profumo inebriante?

Silvia Gullino

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