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I più letti della settimana | 13 aprile 2025, 12:05

Il senatore Giorgio Maria Bergesio: “Il tartufo è un patrimonio nazionale, e con questa legge lo tuteliamo davvero” [INTERVISTA]

Il vicepresidente della Commissione Agricoltura racconta i contenuti del nuovo ddl sul tartufo: più trasparenza, sostenibilità e valore per il territorio

Il senatore Giorgio Maria Bergesio

Il senatore Giorgio Maria Bergesio

Riproponiamo qui uno degli articoli più letti della settimana, uscito mercoledì 9 aprile. 

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Dopo quarant’anni di attese, il tartufo italiano è pronto a entrare in una nuova era. Il disegno di legge presentato in Senato dalla Lega, con primo firmatario il senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, vuole finalmente dare una cornice nazionale chiara, moderna e condivisa a uno dei prodotti più simbolici del nostro Paese. Un passaggio storico, che coinvolge ambiente, agricoltura, formazione e identità territoriale. Lo abbiamo intervistato per capire cosa cambierà davvero e perché il Piemonte – e in particolare le Langhe – saranno protagoniste di questo percorso.

Quali sono i punti più innovativi del testo rispetto alla normativa del 1985?

“Rispetto alla legge del 1985, che rappresentava un primo importante tentativo di regolamentazione, il nuovo testo introduce elementi di significativa innovazione per rispondere alle mutate esigenze del settore e alle nuove sfide. Tra i punti più innovativi spiccano la definizione chiara e univoca delle diverse specie di tartufo, per superare le ambiguità della normativa precedente; la disciplina della coltivazione del tartufo, quasi assente nella vecchia legge e che ora invece riconosce la tartuficoltura come strumento di sviluppo economico e di tutela ambientale; l’aggiornamento delle norme sulla raccolta, con maggiore attenzione alla formazione dei raccoglitori e all’utilizzo di cani addestrati. Inoltre, la nuova legge punta a garantire una maggiore trasparenza nella filiera, introducendo meccanismi di tracciabilità per tutelare i consumatori e contrastare le frodi e le adulterazioni. E si punta alla tutela e valorizzazione del territorio, riconoscendo il ruolo fondamentale del tartufo come elemento identitario e di attrattività turistica per molti territori. Infine, viene introdotto un sistema sanzionatorio più efficace”.

Lei è profondamente legato al territorio cuneese, dove il tartufo rappresenta un patrimonio culturale oltre che economico. Quanto ha pesato questa connessione locale nella stesura del ddl e quali ricadute concrete prevede per le Langhe e il Piemonte?

“Il mio legame con il territorio cuneese e con la sua ricca tradizione tartuficola è stato un elemento fondamentale e una forte motivazione nel portare avanti questa iniziativa legislativa. Conosco profondamente il valore culturale, economico e sociale che il tartufo rappresenta per le Langhe e per tutto il Piemonte. Questa connessione locale si è tradotta in una particolare attenzione alle specificità del nostro territorio nella stesura del ddl. Prevedo ricadute concrete molto positive per le Langhe e il Piemonte, sia dal punto di vista di una maggiore tutela del patrimonio naturale, sia da quello del sostegno alla filiera economica grazie alla semplificazione delle autorizzazioni, alla promozione della tracciabilità e alla lotta alle frodi. Inoltre, una legge nazionale moderna ed efficace potrà contribuire a rafforzare l’immagine delle Langhe e del Piemonte come territori d’eccellenza per il tartufo a livello nazionale e internazionale. E infine, il riconoscimento e il sostegno alla coltivazione del tartufo potranno creare nuove opportunità economiche”.

La filiera del tartufo ha un valore stimato di oltre 200 milioni di euro e coinvolge migliaia di persone. In che modo il ddl punta a semplificare e rendere più efficace il sistema di autorizzazioni e controlli?

“Vengono previsti diversi interventi. A cominciare dalla definizione di procedure più chiare e uniformi a livello nazionale, per superare la frammentazione normativa esistente a livello regionale, stabilendo principi e procedure comuni per il rilascio delle autorizzazioni di raccolta. Vengono anche introdotti strumenti digitali per la presentazione delle domande, il rilascio delle autorizzazioni e la gestione dei controlli, al fine di ridurre la burocrazia e accelerare i tempi. La legge punta inoltre a rafforzare il coordinamento tra le diverse autorità coinvolte nei controlli (Regioni, Comuni, Corpo Forestale, ecc.) per evitare sovrapposizioni e garantire una maggiore efficacia. E si prevede un maggiore investimento nella formazione dei raccoglitori e degli altri operatori della filiera, al fine di promuovere il rispetto delle regole e la conoscenza delle buone pratiche. Infine, grazie alla tracciabilità e a sistemi informativi aggiornati, i controlli potranno essere più mirati, concentrandosi sulle aree a rischio e sulle attività illegali”.

Si parla spesso di tutela ambientale legata al tartufo. Qual è il ruolo della sostenibilità nella nuova proposta di legge, anche alla luce dei cambiamenti climatici?

“La sostenibilità è un pilastro fondamentale della nuova proposta di legge. Siamo pienamente consapevoli dell’importanza di tutelare l’ambiente in cui cresce il tartufo, anche alla luce delle sfide poste dai cambiamenti climatici. Il ddl affronta questo tema su più fronti: la tutela degli habitat naturali, la regolamentazione della raccolta sostenibile, l’incentivo alla tartuficoltura sostenibile, il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici, la sensibilizzazione ed educazione ambientale. Il tartufaio può essere considerato un vero custode dei boschi e dell’ambiente. Svolge un’attività insostituibile quale presidio di un territorio poco frequentato, e spesso segnala le criticità che non si potrebbero conoscere. L’istituzione del Piano Nazionale della Filiera del Tartufo è centrale: uno strumento di pianificazione strategica per lo sviluppo sostenibile del settore. Al contempo, la creazione del Tavolo Tecnico del Settore del Tartufo offrirà un organismo di coordinamento e consultazione per determinare scelte condivisibili”.

Il testo è stato costruito in dialogo con le associazioni di settore. Che tipo di contributi avete ricevuto e quali richieste sono state accolte nel disegno di legge?

“Il dialogo con le associazioni di settore è stato un elemento cruciale nella stesura del disegno di legge. Abbiamo voluto ascoltare attentamente le esigenze e le proposte di chi vive quotidianamente il mondo del tartufo. I contributi ricevuti sono stati molteplici e preziosi, e hanno riguardato diversi aspetti: dalla definizione delle specie e dei criteri di qualità, alla regolamentazione della raccolta e della commercializzazione, al sostegno alla tartuficoltura, alla tutela ambientale e alla sostenibilità, fino alla formazione e informazione. Molte di queste richieste sono state integrate nel testo del disegno di legge, con l’obiettivo di creare una normativa realmente rispondente alle esigenze del settore e che possa favorirne lo sviluppo sostenibile. Il disegno di legge ha la firma e la condivisione non solo del centrodestra, ma anche di parte dell’opposizione, che lo ha sottoscritto sin da subito. Naturalmente, il percorso in commissione sarà aperto ai suggerimenti e alle possibili modifiche”.

Pensa che questa legge possa rafforzare l’immagine del tartufo italiano anche sul piano internazionale, soprattutto in termini di export e riconoscibilità del made in Italy agroalimentare?

“Sono convinto che questa legge avrà un impatto positivo significativo anche sul piano internazionale. Una normativa nazionale chiara, moderna ed efficace potrà rafforzare l’immagine del tartufo italiano come prodotto di eccellenza e di alta qualità. Questo si tradurrà in vantaggi per il nostro Paese: maggiore credibilità e fiducia dei mercati esteri, tutela del Made in Italy agroalimentare, aumento dell’export grazie a un’immagine rafforzata e a una maggiore tracciabilità, promozione del turismo enogastronomico. E infine, una legge nazionale forte potrà contribuire a ottenere un maggiore riconoscimento del tartufo italiano a livello internazionale, anche attraverso marchi di qualità e indicazioni geografiche protette. In sintesi, credo fermamente che questa legge rappresenti un passo fondamentale per il futuro del tartufo italiano, un patrimonio inestimabile che merita di essere tutelato, valorizzato e promosso in Italia e nel mondo”.

Daniele Vaira

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