L’accusa nei loro confronti era quella prevista dall’articolo 3 del decreto legislativo 74/2000: l’avere indicato nelle dichiarazioni di diverse società da loro controllate elementi passivi fittizi col fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Questa la sostanza dell’imputazione, contestata loro in concorso dalla Procura della Repubblica di Asti, costata a tre noti imprenditori dell’Albese una parziale condanna pronunciata dal Tribunale di Asti al termine del procedimento con rito abbreviato avviato nei loro confronti quattro anni fa, sulla base di indagini originate da una perquisizione effettuata dal Gruppo di Bra della Guardia di Finanza nel 2020.
Secondo la tesi della Procura, gli imprenditori – difesi dall’avvocato Edoardo Carmagnola del Foro di Torino – ed il consulente di fiducia delle imprese - difeso dall’avvocato Edmondo Monda del foro di Torino - negli esercizi compresi tra il 2016 e il 2020 avrebbero sottratto al fisco somme per circa 4 milioni di euro mediante artifici contabili.
Il primo grado di giudizio ha più che dimezzato la confisca nei confronti delle società facenti capo agli imprenditori.
"Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza dopodiché valuteremo il ricorso – spiega l’avvocato Carmagnola –. In appello confidiamo di vedere riconosciuta la bontà di quanto sostenuto con chiarezza non soltanto dai nostri consulenti, professori di indubbia fama e prestigio e massime autorità in questo campo, ma persino dal perito del giudice. Quest’ultimo ha espressamente sostenuto non esserci stata evasione di imposta in quanto le imposte dovute sono state interamente corrisposte e nel corretto importo. Che non vi sia stata né evasione né elusione, peraltro, è stato confermato anche dalle Commissioni tributarie che si sono occupate del tema, con sentenze passate in giudicato. I miei assistiti hanno pagato milioni di euro di imposte e siamo convinti che in appello verrà provata la loro completa estraneità alle accuse rivolte”.