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Cronaca | 11 aprile 2025, 13:30

Al verdetto il processo Feudo: condanne per l’ex sindaco Maiolo e l’ex segretaria Di Napoli. Assolti gli altri quattro imputati

Due anni e 11 mesi le pene inflitte ai due, giudicati responsabili per il solo falso in atto pubblico. Per Giovanni Careglio, Cinzia Gotta e Federica Borello una nuova assoluzione dopo quella relativa al secondo filone processuale

Al verdetto il processo Feudo (archivio)

Al verdetto il processo Feudo (archivio)

Condanne a due anni e mesi undici di reclusione sia per l’ex sindaco Renato Maiolo (per il quale si conta una seconda condanna con la pena di un mese di arresto) che per l’ex segretaria comunale Anna Di Napoli, giudicati responsabili per una parte dei diversi capi di imputazione per i quali erano stati rinviati a giudizio e assolti invece per le rimanenti accuse.

Assolti invece gli altri quattro imputati: il geometra albese Giovanni Careglio ("per non aver commesso il fatto"), l’architetta braidese Cinzia Gotta ("perché il fatto non sussiste"), il professionista Marco Musso ("perché il fatto non sussiste") e la responsabile del servizio finanziario del Comune Federico Borello ("perché il fatto non sussiste").

Questo il verdetto col quale questa mattina, venerdì 11 aprile, in Tribunale ad Asti si è chiuso il processo Feudo, il procedimento originato dall’indagine sulle presunte malversazioni commesse da amministratori, funzionari e professionisti coinvolti nelle passate gestioni amministrative del Comune di Santo Stefano Roero.

A pronunciarlo, questa mattina presso il palazzo di giustizia astigiano, il giudice Alberto Giannone, presidente del collegio (a latere Victoria Dunn e Francesca Rosso) chiamato a pronunciarsi sulle richieste di condanna avanzate dalla Procura della Repubblica  di Asti per bocca del pubblico ministero Davide Lucignani.

L’indagine è quella originata da un’inchiesta condotta dal Nucleo Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Cuneo su segnalazione della Procura regionale della Corte dei Conti. Chiamato a rispondere di un dissesto più che milionario era così stato innanzitutto Renato Maiolo, 75enne agricoltore in pensione e sindaco di quel Comune per quindici anni, dal 2004 al 2019.

Per l’ex amministratore, difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio, il Pm Lucignani aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione. Pari a 5 anni era invece stata la richiesta avanzata nei confronti dell’ex segretaria comunale Di Napoli, della funzionaria Federica Borello e dell’architetta braidese Cinzia Gotta, già sindaca di Baldissero d’Alba. Per il geometra albese Giovanni Careglio l’accusa aveva invece richiesto 4 anni di reclusione; due anni e 8 mesi la pena richiesta per l’ultimo degli imputati, Marco Musso, che come Gotta e Careglio faceva parte dei professionisti che lavorarono per il Comune roerino con gli incarichi finiti sotto il faro delle Fiamme Gialle.

LE CONDANNE PER FALSO IN ATTO PUBBLICO

I giudici hanno in sostanza scagionato l’ex sindaco e la funzionaria dalle accuse riguardanti le ipotesi di reato relative alla truffa, alla turbativa d’asta e al peculato per quanto riguarda l’ex amministratore. Li hanno invece giudicati responsabili per le contestazioni di falso in atto pubblico.

"Il capo di imputazione – dice in proposito l’avvocato Roberto Ponzio, difensore dell’ex sindaco Maiolo contestava al mio assistito venti ipotesi di reato. Il Tribunale l’ha prosciolto dagli addebiti più gravi, quelli di peculato e truffa, riconoscendo così quanto da noi sempre sostenuto, e cioè che non vi sono mai state distrazioni, appropriazioni o tornaconti personali. E’ stato invece condannato per concorso in alcuni falsi in atto pubblico, materia di competenza dei funzionari, e su cui il sindaco non aveva alcuna competenza. Nessuno può comunque contestare che, nell’arco del suo mandato, articolato su quindici anni, dal 2004 al 2019, Maiolo abbia trasformato un borgo degradato in un centro di vitalità economica".

Lo scorso 21 febbraio Renato Maiolo era stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa e non menzione per maltrattamenti nei confronti dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale.

DANNI DA RISARCIRE AL COMUNE

I giudici, che hanno riconosciuto a Maiolo e Di Napoli le circostanze attenuanti generiche in regime di equivalenza rispetto all’aggravante contestata, hanno condannato sindaco e segretaria comunale dell’epoca, in solido fra loro, al risarcimento dei danni in favore del Comune di Santo Stefano Roero costituito come parte civile con l’assistenza dell’avvocato Giulio Calosso, da liquidarsi in separato giudizio civile, oltre al pagamento delle spese legali e al pagamento in solido di una provvisionale immediatamente esecutiva di 18mila euro.

NUOVAMENTE ASSOLTI

Insieme a Maiolo, Careglio, Gotta e Borello risultavano tra i dodici soggetti alla sbarra anche nel processo Feudo 2, il cui primo grado si è chiuso lo scorso 14 marzo con l’assoluzione di tutti gli imputati.

Tra i primi a non nascondere la propria soddisfazione per l’esito del processo l’avvocato astigiano Piermario Morra, che insieme alla collega Catia Vassallo difendeva il geometra albese Giovanni Careglio: “Massima soddisfazione per l’esito che giunge dopo l’assoluzione di Feudo 2. Anche in questo caso siamo di fronte ad assoluzioni che cristallizzano totalmente l’estraneità ai fatti del nostro assistito”.

Indicato in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione.

Ezio Massucco

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