Nessuna buona azione rimane impunita, si dice. Ed è un po’ il sunto della vicenda che un nostro lettore cuneese ci ha corrisposto tramite una lettera, allegando anche il reclamo operato nei confronti di Trenitalia per una vera e propria (dis)avventura occorsa negli scorsi giorni alla stazione di Fossano.
L’8 aprile scorso il lettore e il suo monopattino elettrico si trovavano sul treno 26338 Torino Lingotto-Savona - particolarmente affollato, tanto che è riuscito a sedersi solo a Carmagnola - diretti verso Fossano e la coincidenza che l’avrebbe poi portato al capoluogo di provincia. Arrivato il treno, il lettore e due ragazzi hanno raggiunto i propri mezzi di locomozione e sono scesi; con loro anche una signora con un passeggino e una bambina molto piccola, che il lettore si offre di aiutare nelle operazioni di abbandono del vagone lasciando a terra il proprio monopattino, gentilmente “in custodia” dei due ragazzi. Aiutata la signora, però l’uomo si rende conto di aver lasciato il caschetto sul treno, risale, le porte si chiudono dietro di lui e il treno riparte alla volta di Mondovì.
“Immediatamente ho cercato un contatto con il Capotreno, raccontando il fatto – spiega il lettore -. Questi si è dimostrato super disponibile e ha contattato il Capostazione di Fossano, che ha spiegato a sua volta che i due ragazzi sono stati rintracciati e che il monopattino mi sarebbe stato riconsegnato direttamente a Cuneo al mio arrivo dopo le 20. Io l’ho ringraziato e ho fatto presente che non conoscevo i ragazzi e che mi avrebbe fatto piacere poterli contattare per ringraziarli”.
Il lettore prosegue quindi il viaggio fino a Mondovì, cambiando poi treno per raggiungere Cuneo. Arrivato alle 20.20 si mette subito alla ricerca del Capostazione per la riconsegna del monopattino ma scopre che, del mezzo, questi non ha assolutamente contezza. Si chiama quindi il Capostazione di Fossano e il Capotreno del 11241 Fossano-Cuneo su cui il monopattino sarebbe dovuto arrivare e si scopre che il secondo non l’ha mai ricevuto e che (forse) il primo l’ha lasciato ai due ragazzi.
“Sconcertato, ho chiesto di essere ricontatto dal Capostazione fossanese, cosa che non è mai accaduta – prosegue il lettore -. Ho quindi deciso di sporgere denuncia ai carabinieri, cosa che ho fatto: i gentilissimi militari hanno sottolineato l’assurdità della situazione, specie visto che il Capostazione avrebbe dovuto contattare il 112 secondo il proprio dovere professionale”.
“Insomma, l’integerrimo Capostazione come Ponzio Pilato se n’è lavato le mani – conclude il lettore -. Un comportamento surreale e vergognoso, che non ha nulla di professionale. E che è ancor più ingiusto perché la situazione si è creata dopo un mio tentativo di aiutare, gentilmente, una signora con un passeggino. Viva Trenitalia!”
Ma quindi, la domanda - come il "mistero", se così si può chiamare - rimane. Che fine ha fatto il monopattino elettrico, al di là delle chiamate e delle rassicurazioni?