Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata da Francesca Allasia, Graziano Allasia, Alessandro Asteggiano, Pier Fiorito, Maria Rosa Fiorito, Jacopo Ghione, Paola Gulino, Lidio Gullino, Fabrizia Mantovani, Andrea Moriondo, Giuseppe Porcu, Maura Rocca, Margherita Surace, Cristina Zatteri.
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Tentare un bilancio, a metà percorso, dell’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Antonello Portera dal punto di vista ambientale, del territorio e del paesaggio implica andare incontro a una cocente delusione perché nulla sembra essere cambiato. La nuova amministrazione si è in effetti rivelata del tutto inadeguata, come del resto le precedenti, rispetto alle urgenze dei cambiamenti necessari.
In una città in cui le attività del centro storico e le piccole aziende agricole sono costrette a chiudere, in una città circondata da chilometri quadrati di cemento e supermercati, l’unico risultato positivo sembra essere il parziale freno ai mega allevamenti, comunque fortemente limitato dal non aver stabilito il numero massimo di capi ammessi a seconda del tipo di animali allevati, nonché dall’aver previsto esclusivamente il parere, peraltro non vincolante, della Commissione consultiva comunale per l’agricoltura come se la Consulta Ecologica o la Commissione Locale del Paesaggio non fossero anch’esse organi dell’Amministrazione comunale coinvolgibili. Allo stesso modo si potrebbero anche sottolineare la mancanza di obblighi compensativi, quali l’introduzione di fasce arboree, nonché garanzie sui controlli sia in fase di rilascio dei permessi, sia successivi.
Nulla invece è stato fatto per quanto riguarda il risparmio del suolo o la salvaguardia dell’ambiente. Nulla è stato fatto per sottrarre la programmazione e la realizzazione delle aree urbanizzate alla speculazione edilizia, legandola invece ai reali bisogni abitativi e produttivi della città. Obiettivo che potrebbe cominciare a concretizzarsi a partire da una moratoria sulla costruzione di nuovi edifici, da un censimento del patrimonio abitativo e produttivo esistente e in disuso, nonché una revisione dei terreni attualmente considerati edificabili. Anziché mirare a non consumare più terreno agricolo è la stessa amministrazione pubblica che con i suoi progetti sembra volerne incrementare il consumo.
A Savigliano con la costruzione del nuovo ospedale, le modifiche alla viabilità connessa (si sente parlare di allargamento della Savigliano – Saluzzo e di nuove bretelle della circonvallazione fra via Saluzzo e via Cuneo), o un nuovo ponte e relativa strada che attraversi il Maira a nord della frazione San Giacomo, richiesta da aziende private per meglio raggiungere l’autostrada al casello di Marene, si rischia nei prossimi anni di avere una impennata del consumo del suolo in contrasto con tutte le norme europee, nazionali e regionali.
Leggiamo sui giornali locali anche della nuova piscina (senza abbattimento della precedente), del nuovo palazzetto dello sport (senza abbattimento del precedente), di una nuova scuola da realizzarsi davanti alle scuole medie Schiaparelli, la mensa nuova in costruzione presso la scuola elementare papa Giovanni che ha già sottratto verde al giardino scolastico, dell’area fieristica da ingrandire. Tutto ciò va ad aggiungersi all’edificazione dell’area produttiva verso Marene (zona Mc Donald’s), con enorme consumo di suolo che porterà anche al rifacimento di un ponte storico e la costruzione di nuovi argini in cemento oltre al già attuato disboscamento lungo le sponde del Mellea
Neanche da un punto di vista ambientale la nuova Amministrazione sembra essersi mossa con lungimiranza. A parte il tentativo di dar vita ad una piccola zona di bosco nei pressi del cimitero, dove peraltro si sarebbe potuto almeno partire dal trapianto di piantine più sviluppate, null’altro è stato fatto. In particolare, l’Amministrazione si è mossa con colpevole ritardo nel cercare di fermare i lavori di disboscamento lungo le rive del Maira, iniziati già lo scorso inverno, e che stanno impoverendo ulteriormente la biodiversità di un ambiente dominato dalla monocultura del mais e rendendo sicuramente meno piacevole usufruire del sentiero “B. Tortone”. Nulla è stato fatto per difendere e valorizzare ambienti come i fontanili o le “bialere” o incentivare la piantumazione.
Dal punto di vista paesaggistico e di salvaguardia del suo patrimonio storico il peggior danno provocato dall’Amministrazione Portera è stato l’abbattimento del martinetto di Levaldigi, un edificio risalente al medioevo e sicuramente uno degli edifici storici produttivi (vi si lavorava il ferro) più significativi e meglio conservati dell’intera provincia di Cuneo. Le richieste al Sindaco con più lettere protocollate, fin dall’inizio dell’anno scorso, quando si è saputo del suo abbattimento, su come sia stato possibile concedere tale autorizzazione, sono ancora oggi, a distanza di più di quindici mesi, senza risposta.
Il bilancio di metà mandato è dunque dal punto di vista ambientale, del territorio e del paesaggio un bilancio negativo anche senza contare le tantissime altre iniziative che dovrebbero essere prese da un Comune che voglia avviare quel processo di trasformazioni necessarie per consentire ai bambini che circolano tra noi di continuare ad avere risorse per vivere una vita dignitosa in una città a misura d’uomo (quali ad esempio quelle volte a promuovere e consentire stili di vita e di consumo sostenibili o alla sensibilizzazione e formazione del personale comunale in tema di tutela del territorio e dell’ambiente).