"Derubata mentre aiutava i miei genitori: che amarezza scoprire che neppure Alba è un’isola felice"

Riceviamo e pubblichiamo. 

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Gentile direttore,

le scrivo con amarezza per denunciare un episodio che trovo vergognoso e che, purtroppo, racconta molto della società in cui viviamo.

Giovedì pomeriggio, 3 aprile, ad Alba, in corso Europa, l’operatrice sociosanitaria che assiste i miei genitori è stata vittima di un furto mentre si prendeva cura di loro.

Stavano facendo una passeggiata quando, notando che erano seduti su una panchina esposta al sole, li ha aiutati a spostarsi su una più ombreggiata.

Nel farlo, ha lasciato per pochi minuti la sua borsa sulla panchina al sole, convinta – ingenuamente, a quanto pare – che nessuno avrebbe approfittato di quella breve distrazione. E invece, in quei pochi minuti, qualcuno ha pensato bene di rubarla.

Dentro c’erano soldi, documenti, effetti personali e le chiavi della sua auto. Non ha visto nessuno, nessun movimento sospetto, nessun viso da ricordare. Solo lo sgomento lasciato da una fiducia tradita. Perché qui non si tratta solo di un portafoglio scomparso, ma di un atto che rivela una totale mancanza di rispetto verso chi, ogni giorno, dedica il proprio tempo a lavorare onestamente.

Per fortuna, almeno una persona corretta c’è stata: un passante ha trovato la borsa abbandonata poco distante e l’ha consegnata ai carabinieri. Grazie a questo gesto, la Oss ha potuto recuperare documenti e chiavi della macchina, ma il danno resta, così come resta la triste consapevolezza che ormai neppure Alba è un'isola felice.

Lettera firmata,

Alba