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Economia | 31 marzo 2025, 13:51

La crisi non è l’unico nemico: gli imprenditori piemontesi ora combattono anche la solitudine (e spariscono)

Il rapporto Censis per Compagnia delle Opere mostra le debolezze che le aziende mostrano di fronte a un mondo che cambia e all’inverno demografico

Al Grattacielo della Regione Piemonte la presentazione del rapporto

Al Grattacielo della Regione Piemonte la presentazione del rapporto

Non solo la crisi. Le imprese piemontesi scoprono di avere un altro nemico insidioso: la solitudine. Lo svela la ricerca effettuata dal Censis per Compagnie delle Opere. Che è andata a esplorare un momento storico non banale.

L’aggressività della Cina e dei dazi di Trump, l’approccio muscolare delle crisi internazionali in Medio Oriente e in Ucraina: sono tante le condizioni di difficoltà che oggi complicano l’attività degli imprenditori”, sottolinea Felice Vai, presidente di Cdo Piemonte e vicepresidente nazionale. “Mai come oggi l’imprenditore avverte una sensazione di solitudine: una paura legittima, ma non può rappresentare una barriera verso il futuro”.

Una generazione sparita

Tra le difficoltà che un imprenditore piemontese si trova ad affrontare, c’è l’effetto dell’inverno demografico: per ogni nato ne muoiono 7 in Piemonte e si perdono 200mila bambini ogni anno. E nei prossimi anni si pagherà un calo nella fascia tra i 12 e i 40 anni. In Piemonte, in particolare, negli ultimi 5 anni sono calati del 3,2% i titolari di impresa, ma sono addirittura del 14% i cali legati agli imprenditori tra i 30 e i 49 anni.

Crescono invece tra i 50 e i 69 anni (+5,8%) mentre sono stabili fino al 29 anni. Le province che pagano il conto più salato sono Biella e Vercelli. Chi invecchia di più opera invece a Torino (unica provincia in cui gli imprenditori sono aumentati nel quinquennio: +1,7%), Novara e Vco.

C’è uno spirito del fare impresa che sta scivolando via - ammette Giorgio De Rita, segretario generale Censis - e se questo non vuol dire che i giovani non abbiano più voglia di fare impresa, è la loro dimensione numerica che sta diminuendo”.

Saltare da soli

Sentono poi il peso “di chi si trova a un salto di livello - prosegue - in cui bisogna ridisegnare un sistema che sia adeguato alla complessità che stiamo vivendo. E spesso servono spese e impegni che da soli è difficile affrontare”.

C’è poi la relazione con il territorio. “C’è chi si sente solo perché non riesce a restituire al territorio. Senza dimenticare l’importanza della qualità delle relazioni con fornitori, dipendenti e sistema creditizio: un’attività che richiede tempo, ma che sembra restituire risultati sempre più scarsi”.

Siamo sensibili a questi temi, come Camera di Commercio - dice il vicepresidente Nicola Scarlatelli condividere e collaborare è l’unico modo di intervenire. Un supporto necessario per sentirsi meno soli. Io rientro nel profilo che emerge dalla ricerca: la gestione dei corpi intermedi e l’uso del tempo nelle relazioni è stata la mia ricetta. E ho fatto rete con altre aziende, acquisendo elementi positivi che non si possono quantificare, ma valgono molto”.

Lavorare insieme è fondamentale - concorda il governatore Alberto Cirio - ma non solo tra aziende: anche all’interno delle stesse aziende. Perché l’imprenditore ha la bussola, ma il manager ha la mappa”.

Giovani e donne

“Ci sono sfide che riguardano le donne e i giovani, in questa città, per questo le relazioni sono fondamentali in questa città - dice Michela Favaro, vicesindaco di Torino - Come città vogliamo creare un patto per il lavoro, per condividere obiettivi e orizzonti”.

Riuscire a mettersi insieme

Il tessuto imprenditoriale del nostro territorio vive una flessione, legata anche al cambio generazionale - aggiunge il consigliere regionale Silvio Magliano - ma bisogna anche imparare a vincere la ritrosia nel mettersi insieme. Tante realtà associative e corpi intermedi stanno faticando: non bastano i servizi, ma bisogna puntare anche sull’unione delle persone. Si va ben oltre il profitto”.

Massimiliano Sciullo

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