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Saluzzese | 31 marzo 2025, 15:35

L'abbraccio caloroso di Grossetto al suo nuovo vescovo, il saluzzese Bernardino Giordano

Ieri, domenica 30 marzo, nella cattedrale stracolma di fedeli "una festa di popolo" per il nuovo vescovo 55enne. Presenti da Saluzzo monsignor Cristiano Bodo, diversi sacerdoti delle diocesi cuneesi, i parenti e gli amici

Don Bernardino Giordano nuovo vescovo delle Diocesi di Grosseto,  Pitigliano, Sovana e Orbetello

Don Bernardino Giordano nuovo vescovo delle Diocesi di Grosseto, Pitigliano, Sovana e Orbetello

“Grazie per la splendida accoglienza”. Le parole di monsignor Bernardino Giordano, saluzzese,  ieri  ( domenica 30 marzo) alla folla di Grosseto che lo ha accolto calorosamente come vescovo della città,  dopo aver fatto ingresso domenica scorsa 23 marzo nella diocesi di Pitigliano, Sovana e Orbetello, in una giornata doppiamento speciale per il compleanno dei suoi 55 anni. 

Una vera propria  "festa di popolo", nella quale ricambiando i saluti di tutti,  il nuovo vescovo ha consegnato alla comunità le sue prime parole  “insieme” e la consapevolezza che “la fatica non è una sconfitta”.   

Centinaia di persone  per la celebrazione nella cattedrale di San Lorenzo,  che non è riuscita a contenere tutte le presenze giunte dalle parrocchie della Diocesi, da Saluzzo sua città natale e da Loreto dove il nuovo vescovo  teologo, laureato in economia è stato  sette anni vicario generale della delegazione pontificia.

Il nuovo pastore, l’82° di Grosseto,  con “passo lieto, sorriso sul volto, strette di mano vigorose per tutti”,  come descrive la nota stampa della Diocesi si è presentato ai grossetani iniziando da Roselle il suo percorso di avvicinamento alla cattedrale, per arrivare in corteo in auto a Porta Corsica e giungere infine sul sagrato del duomo. Qui l’abbraccio col suo predecessore: mons Giovanni Roncari e i saluti ufficiali della città da parte del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna,  del presidente della Provincia, Francesco Limatola, e del prefetto di Grosseto Paola Berardino.

Due cardinali: Augusto Paolo Lojudice ed Ernest Simoni, e 12 vescovi alla celebrazione, tra i quali monsignor Cristiano Bodo vescovo di Saluzzo,  una ottantina i sacerdoti concelebranti la cerimonia,  piena di emozione, seguita all'esterno su un maxischermo. 

Per la sua prima omelia monsignor Bernardino Giordano ha tratto spunto dalla "domenica laetare"  la domenica della gioia, in prossimità della Pasqua offrendo la sua prima riflessione dalla cattedrale di Grosseto.

"Una domenica particolarmente impegnativa, ma anche di gioia – ha sottolineato – perché se non facciamo festa non sappiamo neanche riconoscere il cammino che stiamo facendo- ha sottoliuneato per poi soffermarsi su un passo della parabola del padre misericordioso. “Ognuno può vivere alla sua maniera  ma siamo comunque chiamati a far festa con Dio.

Fare festa significa avere dei legami: e quanto sono importanti! La nostra vita ce la costruiamo coi legami!” E ha poi osservato: “C’è modo e modo di vivere ogni cosa: da dissoluti, cioè senza legami, oppure per cambiare. Questa domenica è un continuo richiamo alla nostra vita interiore. Riflettiamo, allora, davanti a Dio, su come siamo chiamati a ricostruire i nostri legami. Fossimo anche nel peccato più grave dobbiamo sapere che c’è un Dio che ci aspetta”.

Mons. Giordano ha proseguito sottolineando che “il nostro credere è una relazione, ma se non la teniamo viva come possiamo portarla avanti?” La presernza di Gesù è viva nella nostra vita e ognuno di noi è segno di quella presenza. Allora la nostra identità non è solo segnata dal fare, ma diventa rapporto con qualcuno”. Poi rivolgendosi alle famiglie: “Voi ci dite come si vive la capacità di unificare e costruire ponti e ci ricordate che senza amore non si fa nulla. Tutti sono chiamati “a generare vita: nelle parrocchie, in diocesi, nelle relazioni. Ma generare senza amare non è possibile!”.

Vilma Brignone

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