Lui, lei (la moglie) e l’altra lei (la vicina di casa). Sono i tre vertici del triangolo creato dal regista Stefano Sardo nel suo ultimo film. Muori di lei è un noir sentimentale, ma anche una storia di quarantena, desideri e rivincite, paternità e passione travolgente, da vedere fino alla fine...
Siamo a Roma. Luca (Riccardo Scamarcio) e Sara (Maria Chiara Giannetta) sono una coppia di quarantenni, come tanti piccolo borghesi. Sognano, grazie alla fecondazione assistita, di avere un figlio per offrirgli una famiglia, e un’immagine paterna soprattutto come quella con cui sono cresciuti. Lui insegnante, lei medico, i loro programmi vengono stravolti dal lockdown che costringe lui a noiose lezioni in dad e lei a turni di lavoro massacranti in ospedale.
Quello che per tutti è stato un periodo drammatico a causa della pandemia, il regista braidese lo rende eccitante. La bella vicina di casa Amanda (Mariela Garriga) irrompe (un po’ come il Coronavirus) nella vita di Luca. Mentre il mondo tutto intorno si ferma e le sue giornate si svuotano, la sua attenzione si concentra su quella ragazza dall’energia contagiosa che per lui diventa presto irresistibile desiderio.
Quando l’attrazione diventerà incontenibile, l’uomo romperà la distanza che li separa, accendendo insieme a lei una passione incontrollata. Ma la relazione proibita e per questo vissuta da entrambi con eccitazione, si trasformerà in un vortice pericoloso che sconvolgerà tutto. E rischia di innescare una reazione a catena dalle conseguenze imprevedibili.
Muori di lei è un film sospeso, come il fiato che si ferma al primo incontro. La storia si muove tra thriller, dramma e sentimenti, mettendo a nudo i desideri detti/non detti: quelli che accendono un fuoco passionale a volte pericoloso e devastante.
Bella la colonna sonora che omaggia i Verdena, così come la sceneggiatura, scritta dallo stesso Sardo insieme a Giacomo Bendotti, che hanno ambientato quasi tutta la pellicola in interni. Ma forse ci si può accontentare di rifarsi gli occhi con i bellissimi attori.