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Al Direttore | 30 marzo 2025, 14:42

Due diversi percorsi ma una sola voce: "Grazie al reparto di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale di Cuneo"

Ci hanno scritto due neomamme, una con un percorso complicato, con la bimba ricoverata in Terapia intensiva neonatale, e un'altra con un decorso a bassa intensità. Il loro grazie è lo stesso: per la gentilezza e l'umanità del personale

Due diversi percorsi ma una sola voce: "Grazie al reparto di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale di Cuneo"

Pubblichiamo le lettere che ci arrivano da due neomamme, Elisa e Francesca. Pur con eperienze e percorsi diversi, per gravità soprattutto, entrambe hanno voluto dire grazie ai reparti di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Cuneo. Per la mamma di Diletta il grazie è esteso anche alla Terapia intensiva neonatale, dove la sua bimba è stata in cura. 

L'ospedale di Cuneo ambisce a diventare una struttura sempre più in rosa, dove la donna possa venire presa in carico in tutte le fasi della sua vita, belle e meno belle. Ovviamente, tra le belle, non possiamo che includere la gravidanza, che può però non essere sempre fisiologica. Ma per fortuna c'è una risposta di altissimo livello anche quando non tutto va per il meglio...

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Con queste poche righe vorrei ringraziare tutto il personale  del reparto di Ostetricia e della Terapia Intensiva Neonatale dell'ospedale di Cuneo, con particolare riferimento alle ostetriche Isabella e Celeste, che mi hanno supportata con la loro dolcezza e calma e alla dottoressa Elena Vasario, che ha rappresentato la migliore guida che potessi mai sperare di avere in questo cammino “verso la vita”!

Grazie a tutto il team della Tin, dove avete coccolato Diletta, l'avete nutrita e curata per la prima volta. 

Entrare in quel reparto spaventa, ma basta guardarsi negli occhi, oltre le mascherine, per vedere e toccare con mano la gentilezza, la delicatezza, la professionalità, la cura e soprattutto la cosa che ci è rimasta più nel cuore: l’umanità!

Un insieme di emozioni e paure e ansie che si provano, ma che tutti voi riuscite con delicatezza e tatto a sopportare e supportare: non è scontato e semplice, ci va un grande cuore, e voi tutti lo avete! GRAZIE!

Reparti nuovi, stupendi e accoglienti, con la saletta relax con grandi mongolfiere: tutto magnifico.

Vi ringrazio per le attenzioni e per l’amore che mi è stato dato. Non dimenticherò mai la grande forza d’animo e il lavoro di squadra del reparto, per avermi tratta in salvo quando sembrava di non potercela più fare e per avermi sostenuta nei momenti peggiori, porterò il vostro sorriso, il vostro calore e la vostra gentilezza con me, tra i ricordi che ho messo in valigia durante questa fantastica esperienza.

Termino questa piccola lettera di ringraziamento con l’augurio di giorni pieni di successo e soddisfazioni per il vostro lavoro. Non resta che lasciarci con una frase nella quale io intravedo un po’ lo spirito di questo reparto: “Io so e sento che fare del bene è la vera felicità di cui il cuore umano può godere”.

Elisa, la mamma di Diletta letto 11

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È semplice scrivere lettere di sdegno e protesta; meno scontato dar voce alla gratitudine.

Martedì 25 marzo, in ospedale a Cuneo, è nato nostro figlio. Siamo rimasti ricoverati in ostetricia bassa intensità fino a venerdì. 

E qui la parola cura davvero ritorna al significato latino originale di attenzione, sollecitudine, preoccupazione nel senso di avere a cuore. In questo reparto quasi esclusivamente al femminile, ogni membro del personale si muove con una delicatezza e gentilezza encomiabili. Si dirà "è il loro lavoro": vero, ma non scontato e non ovvio che venga svolto in tali modalità. 

Dalla sala parto all'assistenza nei giorni successivi, non c'è stato attimo in cui non fossero disponibili. Anche nelle notti con la luce sempre accesa di una camera o dell'altra per reclamare aiuto. Sempre arrivano e sempre con un sorriso in tasca, la parola, oltre che al gesto del mestiere, giusta. Tutto con una grandissima competenza.

Quindi ho voluto scrivere per ringraziare loro, innanzitutto. 

In secondo luogo per ricordare quanto sia prezioso il servizio sanitario pubblico. In tutta la gravidanza mi sono affidata a esso, al percorso nascita appositamente studiato dalla regione, e ho ricevuto un'ottima e capillare assistenza. Il tutto senza spendere nulla. Il sistema ha molto che non funziona nel complesso e proprio per questo la soluzione non è il privato, ma rivederlo, aggiustarlo, prendersene cura in quell'accezione latina di cui sopra. 

Se la macchina del sistema fosse riparata come si deve, oltre ai vantaggi per ogni cittadino, pensate come sarebbero anche valorizzate di più tutte quelle persone che in esso già operano al meglio delle loro capacità, investendo loro stesse e il loro tempo. 

E non perché, di nuovo, "è il loro lavoro", ma perché quel lavoro è fatto di vocazione e dedizione ed è giusto che queste siano riconosciute e possano operare in un ambiente sano e funzionale. 

Umano insomma, dove la persona è al centro. Ognuna. Al di qua e al di là dei camici. 

Francesca 

Barbara Simonelli

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