"È ormai noto da tempo – ha dichiarato il segretario piemontese del PRC-SE Alberto Deambrogio – che i bilanci della sanità piemontese sono fuori controllo. Si parla insistentemente di un buco da 700 milioni, ma è del tutto evidente che quella cifra può essere tranquillamente rivista verso l’alto. A tal proposito è stato significativo leggere, qualche mese fa, l’interrogatorio di un dirigente, sentito a proposito della libera professione presso l’ospedale di Molinette a Torino, il quale dichiarava che a livello regionale non si controllano più i bilanci delle ASL, ma ci si limita a verificare il rispetto delle date di scadenza.
Ora l’assessore Riboldi intende iniziare a mettere mano a questa situazione e annuncia tagli per 10 milioni al settore della prevenzione. Si potrebbe dire che la cifra, rispetto all’esigenza di fondo, è piccola, ma la scelta invece è grave e preoccupante per diversi motivi.
Si vanno a ridimensionare i finanziamenti alla prevenzione sapendo che parte di essi risultano non spesi. Occorre chiedersi, però, il perché. Il DIRMEI (Dipartimento interaziendale funzionale per le malattie e emergenze infettive) ad esempio, dopo la sua nascita in pandemia ha visto scivolare i suoi finanziamenti nel buco della ASL di Torino. Anche il SEREMI (Servizio di riferimento regionale di epidemiologia), altro esempio, ha visto negli anni diminuire il personale da 12 a 5 unità.
Il problema, dunque, non è solo il taglio di qualche milione di euro da riportare in Regione per tappare qualche buco, ma l’aver lasciato che attività di sostegno alla prevenzione come queste deperissero negli anni senza nessun intervento degno; soprattutto dopo l’esperienza della pandemia di Covid!
Anche questi – conclude Deambrogio – sono ulteriori segnali di una completa assenza di governo regionale con qualche idea strategica di fondo. Altro che piano sanitario! Si procede con tagli di natura opportunistica dove si crede di poterlo fare, cioè dove si crede di trovare minor resistenza. Con il riparto nazionale delle risorse in diminuzione e la Regione che non governa è facile prevedere i risultati: servizi carenti soprattutto per le fasce di popolazione più fragili da una parte e sacrificio delle attività più importanti per evitare che la gente si ammali dall’altra.