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Economia | 29 marzo 2025, 17:30

Trussardi presenta la collezione Autunno Inverno 2025/2026

A Milano il debutto con il nuovo corso, quello della "gentle society", per lo storico marchio acquisito un anno fa dal gruppo albese Miroglio

Trussardi presenta la collezione Autunno Inverno 2025/2026

Nuova vita per Trussardi, che volta pagina dopo l'acquisizione del gruppo albese Miroglio. Lo storico brand italiano, dopo l'acquisizione di un anno fa, riparte ora in chiave “progressive luxury”, presentando alla stampa di settore la collezione che sancisce il rilancio ufficiale del marchio del levriero. Lo showroom milanese di Miroglio Group in via Burlamacchi, oltre ai nove brand già in portafoglio, ospita ora anche ampi spazio per l’autunno/inverno 2025-26 di Trussardi, che comprende proposte apperel, accessori, piccola pelletteria e calzature uomo e donna. 

La collezione Autunno Inverno 2025/26 è il nuovo capitolo di una storia che ha portato Trussardi da guantificio artigianale a marchio globale. Il nuovo progetto riposiziona il focus sui tratti identitari del brand, riavvolgendo la pellicola della sua storia e cominciando un lavoro di approfondimento che si svilupperà nel tempo, in parallelo a uno studio organico sull’immenso archivio fisico e digitale a disposizione. La storia del brand scorre attraverso quella della moda italiana, afferrandone il senso di mutamento continuo e spesso anticipandone le dinamiche e le invenzioni.

In questa prima collezione del nuovo corso di Trussardi si è scelto di mettere a fuoco uno specifico periodo. Tra il 1994 e il 1998 Nicola Trussardi sceglie di rivolgere lo sguardo a un presente in radicale mutamento che vuole allontanarsi dalle certezze dell’estetica borghese degli anni ’80 e cerca un approccio più pulito, razionale, semplificato e sottilmente erotico. Lo testimoniano le campagne di alcuni tra i nomi più importanti della fotografia di moda: Jacques Olivar, Mario Testino, Mark Borthwick, per finire con Richard Avedon. È anche un tentativo riuscito di uscire dal tempo, di perdere segni troppo identificativi, ricercando un senso di atemporalità che oggi ha di nuovo molto senso.

Il design team Trussardi si è concentrato su questo periodo per avvicinarsi alla storia del brand, usandolo come una tela bianca su cui costruire le fondamenta, solide ma aperte, del progetto. Un lavoro di sottrazione che riavvicina al senso della forma e del colore, esaltando la qualità del prodotto e del suo design. La collezione si incardina su ciò che ha reso iconico il brand. Innanzitutto l’uso quieto del levriero, da sempre simbolo del marchio, che viene usato come segno decorativo invece che come segno di riconoscimento sociale: è bucato sulle borse, stampato sulle camicie, appare sottilmente sul denim o violentemente, in maniera ironica, su felpe e maglieria. Trova un approccio più gentile, meno ossessivo, più raffinato. La pelle è il secondo elemento fondativo. Per borse e abbigliamento si è scelto di usare materiali di alta qualità, non solo piacevoli al tatto ma anche in grado di dare struttura a forme essenziali, iconiche, senza tempo. Il terzo elemento è il denim che Nicola Trussardi introduce e rende popolare prima di tutti e che dall’inizio degli anni ’80 ha creato un ponte culturale tra il mondo del lusso e il prodotto accessibile. Declinato nei due mitologici modelli 370 e 380, il jeans prende anche forme estremamente contemporanee e diventa la base della riscrittura della storia del levriero.

Al core del progetto ci sono le borse. Il team ha scelto di far passare l’identificazione del nuovo progetto attraverso una collezione in cui la centralità del design vive attraverso un’incredibile attenzione per l’aspetto qualitativo, per i particolari nascosti, oltrepassando l’idea di funzione d’uso, per arrivare a oggetti timeless che resistono alle mode del momento. Su tutto un punto di vista espresso in due semplici parole, Gentle Society, che non è un semplice pay-off ma una dichiarazione di intenti. Per la prima volta nella storia di Trussardi due levrieri si abbracciano, scardinando una narrazione che esalta l’individualismo e introducono un elemento di connessione, di gioco, di ascolto, di inclusione.

Quella immaginata dal team è una società che che opera il cambiamento ogni giorno, in ogni azione, con forme diverse ma sempre collettive. È l’amore per l’altro e per gli altri che diventa il nucleo centrale del recupero di un marchio che quando è nato, nel 1911, produceva guanti. Oggetti semplici, pensati per tenere caldo, dimostrare eleganza ma soprattutto fatti per stringere altre manie per abbracciare altri corpi.

redazione

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