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Eventi | 28 marzo 2025, 20:19

A Dronero parte "Passar la bercha, quando i migranti eravamo noi"

Una serie di appuntamenti sotto l’egida del progetto NEGA SO 2 organizzata dall'Espaci Occitan

A Dronero parte "Passar la bercha, quando i migranti eravamo noi"

L’espressione occitana passar la bercha, letteralmente attraversare una fenditura tra le rocce, significava per gli abitanti delle Alpi occitane dei secoli scorsi emigrare, specie in Francia. Migliaia di montanari, e di Piemontesi in generale, hanno superato dapprima le montagne, e poi addirittura mari e oceani, per brevi periodi o stabilmente, in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliori per sé stessi e per le proprie famiglie. Questo fenomeno si ripropone oggi in tutta l’Europa, e in modo marcato a Dronero, con l’arrivo di numerosi nuovi cittadini da stati e continenti lontani.

Per ricordare le motivazioni e i processi che resero migranti anche noi occitani e piemontesi, l’Espaci Occitan organizza una serie di appuntamenti sotto l’egida del progetto NEGA SO 2, sviluppato nell’ambito del bando TERRITORI INCLUSIVI e promosso da Fondazione Compagnia di San Paolo con la partecipazione di Fondazione CRC, intrapreso nel 2021 con scuole e cittadini delle valli Maira e Varaita e volto ad accompagnare e includere le persone con background migratorio, rendendo centrali i valori di multiculturalità e coesione. 

Si comincia venerdì 11 aprile alle ore 21 presso il Cinema Teatro Iris di Dronero, in collaborazione con OPS Officina per la scena, con la proiezione di Onde di Terra, primo lungometraggio di Andrea Icardi, prodotto da Siscom e in concorso ai David di Donatello. Nelle Langhe degli anni ‘70, in crisi di identità e spopolate dall’industrializzazione, i bacialé, mediatori di matrimoni, si prodigano per combinare nozze per corrispondenza tra i contadini del posto e le donne del Sud. È così che Fulvia lascia Brancaleone, paese della Calabria dove fu confinato Cesare Pavese negli anni ’30, per sposare Amedeo, salvo scoprire, una volta arrivata al Nord, che l’uomo non è il sensibile autore delle lettere che ha ricevuto, ma un contadino grezzo, seppur di animo buono, che non sa nulla di Pavese e di Fenoglio, come invece le aveva raccontato nelle lettere. 

Fulvia decide così di affrontare sia Amedeo che il bacialè,prendendo in mano il proprio destino. Il film si avvale di un cast d’eccezione, con talenti del territorio e interpreti affermati come Erica Landolfi, Paolo Tibaldi, Lucio Aimasso, Oscar Barile, Sandra Forlano, Pippo Bessone e Andreina Blangero. La colonna sonora originale è del saluzzese Enrico Sabena, che sarà presente per dialogare col pubblico al termine della proiezione. Ingresso € 7, ridotto € 5, con carta fedeltà € 4; i biglietti potranno essere acquistati alla biglietteria del cinema, o prenotati inviando una mail a cineteatroiris.ops@gmail.com o un messaggio whatsapp al numero 340 7439443. 

Mercoledì 23 aprile alle ore 21 presso Espaci Occitan, proiezione del film di animazione Manodopera - Interdit aux chiens et aux italiens. Premio della giuria ad Annecy e Miglior film di Animazione agli European Film Award, il film di Alain Ughetto racconta in modo poetico l’emigrazione italiana in Francia, e in modo particolare quella della sua famiglia. Spinti dalla miseria, i nonni del regista Luigi e Cesira alla fine dell’Ottocento lasciarono la Borgata Ughettera di Giaveno, ai piedi del Monviso, per la Provenza, dove gli emigrati non erano accolti calorosamente, subendo l’umiliazione di leggere sulle porte di case ed esercizi pubblici il cartello «Vietato ai cani e agli italiani». Il film, con le musiche del premio Oscar Nicola Piovani, è girato in stop motion con pupazzi in plastilina. Ingresso libero e gratuito. 

Giovedì 8 maggio alle ore 17.30 presso Espaci Occitan un doppio appuntamento ci porterà oltreoceano. Eugenio Goria, docente di linguistica generale presso l’Università di Torino, responsabile di PILAR - Piedmontese language in Argentina, progetto di ricerca del Dipartimento di Studi Umanistici UNITO, cofinanziato dalla SLE - Societas Linguistica Europaea. L’obiettivo è stato documentare sul posto e descrivere l'uso del piemontese come lingua di eredità culturale in Argentina, valutando l'evoluzione che il piemontese portato dai migranti alla fine del XIX secolo ha subito, sviluppandosi in un contesto sociolinguistico diverso da quello italiano. Insieme a Fabio Gasparini, Goria ha indagato le cause del suo radicamento a Buenos Aires e nelle province di Córdoba e Santa Fé, grazie all'aiuto della Fapa, Federazione delle Associazioni di Piemontesi in Argentina, che organizza corsi di piemontese e di conversazione, feste del Piemonte, gemellaggi, eventi artistici e culturali. 

Verrà proiettato Pilar. Lettere da lontano, documentario realizzato dai due linguisti che hanno attraversato la pampa gringa alla ricerca del piemontese-americano. A seguire, Cristina Bessone, Dottoranda in Antropologia culturale e sociale presso l’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Université de la Nouvelle-Calédonie, illustrerà la sua ricerca Migranti forzati e liberi: dal Piemonte in Nuova Caledonia sui migranti italiani nella collettività francese d’Oltremare in Oceania, e sui loro discendenti. 

La migrazione italiana nell’Oceano Pacifico meridionale ha presentato forme piuttosto diversificate dalla metà del 1800 a oggi: temporanee e definitive, forzate e libere, con protagonisti contadini, minatori, muratori, condannati ai lavori forzati, missionari della Società di Maria, commercianti, medici e infermieri. Molti di loro partirono dal Piemonte, spesso iniziando come migranti stagionali in Francia, poi costretti a rimodulare i propri progetti di lavoro e di vita.

 Anche attraverso filmati saranno presentate alcune storie, raccolte durante una ricerca sul campo condotta nel 2024 tra le famiglie dei migranti e negli archivi caledoni, come quella di Cristoforo Gastaldi, partito da Peveragno e giunto in Nuova Caledonia nel 1867, e che diede vita a una delle famiglie caledoni più numerose. Si rifletterà anche sul recente recupero di memoria attuato dai discendenti dei migranti italiani, in un periodo in cui l’Italia torna ad essere un paese da cui emigrare. Ingresso libero e gratuito

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