Dopo una lunga discussione – realizzata su due diversi ordini del giorno, presentati da Cuneo Civica e dai gruppi dei Beni Comuni e di Cuneo Mia, rispettivamente in senso contrario l’uno all’altro – il Comune di Cuneo si è schiarito contro il “piano di riarmo” deciso per la cifra di 800 miliardi di euro dalla Commissione Europea.
La decisione è avvenuta in Consiglio comunale, nella serata di ieri (martedì 25 marzo).
A presentare gli ordini del giorno Mario Di Vico – quello a sostegno della decisione europea – e Ugo Sturlese.
“Per l’Unione Europea, ormai, quella di difendersi in senso comunitario è una necessità – ha detto il primo -: per anni la strategia di riarmo è stata abbandonata ma ora l’urgenza è in senso contrario. Serve stabilire una cornice di difesa seria e credibile e potenziare, riorganizzare e riammodernare il comparto bellico dell’Unione. L’argomento è sicuramente complesso ma preme sottolineare come non ci sia alcuna ‘corsa al riarmo’, quanto piuttosto la conferma di una tendenza specifica attiva ormai da anni; l’Europa, per difendere i propri confini e gli abitanti, è costretta ad armarsi così come ogni stato ha le proprie singole forme di difesa armata e militare”.
Il decano del Consiglio comunale si è prodotto in un’illustrazione dell’ordine del giorno a doppia firma particolarmente accalorata (tanto che, sul finale, il presidente Marco Vernetti ha deciso di levargli direttamente la parola): “Abbiamo già chiesto al Consiglio di allontanarsi dall’ottica del riarmo e abbracciare invece quella del trattato – ha sottolineato -. Minacce di aggressione al territorio europeo sono attualmente inespresse ma il riarmo potrebbe invece proprio condurci in quella direzione. Noi ci riconosciamo in un Europa diversa, che non si riarma sulla spinta della ‘Sindrome della Fortezza Assediata’: la guerra non scoppia improvvisa e atti di questo tipo sono i primi passi del processo”.
Maggioranza e minoranza unite (in parte) contro il riarmo
Moltissimi gli interventi dei consiglieri, a dimostrazione di come la questione non sia solo particolarmente grande e complessa ma, anche e soprattutto, profondamente divisiva.
La gran parte degli intervenuti hanno rigettato quanto presentato da Di Vico. Come Flavia Barbano (Centro per Cuneo): “A ogni Consiglio comunale ci alziamo in piedi per ricordare le vittime della guerra, come possiamo poi chiedere il riarmo? Non seguiamo la follia del regime Eurobelligerante che ci chiede di pagare il riarmo della Germania. Questa non è la mia Europa, bisogna uscirne e ricostruirla in modo che sia composta da nazioni veramente sovrane”.
“Condivido e sostengo quanto sottolineato la consigliera Barbano ? La pace non si potrà mai realizzare con l’utilizzo delle armi” ha commentato Valter Bongiovanni (Lega).
“Realizzare un esercito europeo è necessario? Servono 800 miliardi sottratti al welfare per realizzare un’Europa unita? – ha detto Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) - Crediamo sia da valutare ma serve prima partire dall’unità delle politiche a sostegno e tutela dei diritti civili e sociali. La guerra piace a chi non la conosce e riarmarsi significa prepararsi a combattere”.
“In questo momento storico in cui l’unico parametro di confronto tra soggetti pare sia la forza, sembra che essere guerrieri sia una necessità – ha commentato Sara Manassero (PD) -. Una concezione in cui io, davvero, non credo”.
“Non si possono chiedere risorse per tutto, serve determinare delle priorità e la mia priorità oggi non è fare la guerra o farla fare ai nostri giovani ma dar voce a chi non ce l’ha – ha aggiunto Erio Ambrosino (PD) -. Non sono un pacifista nelle viscere, credo semplicemente debba prevalere il buon senso”.
Particolarmente accalorato l’intervento di Beppe Lauria (Indipendenza!), che ha destato parecchi malumori tra i colleghi per toni e contenuti: “Fatico a comprendere le ragioni della presentazione di un ordine del giorno come quello di Cuneo Civica, una serie infinita di castronerie propinate a questo consesso senza che ne sia davvero chiaro il senso. Io ho un figlio di 23 anni, maschio, che non ha nulla a che fare con quel che succede in Ucraina: se dovesse succedere che debba imbracciare le armi per andare a fare la ‘sua’ guerra, consigliere Di Vico, verrò personalmente a prenderla a calci nel sedere. Volete fare la guerra? Sapete sparare? Andate a farla e smettetela di dire stupidaggini”.
C’è chi dice ‘sì’ al riarmo: “Difesa e Guerra due concetti diversi”
I restanti interventi dei consiglieri hanno quanto meno concesso il beneficio del dubbio al consigliere (quando non si sono dimostrati nettamente in accordo).
“Ho letto l’ordine del giorno in maniera ‘difensiva’ e non ‘offensiva’ – ha detto Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo) -: credete che la società che tutti noi auspichiamo di poter costruire possa esistere senza sicurezza?”
“Appare complicato prendere una posizione netta, entrambi gli ordini del giorno portano con sé elementi condivisibili e le situazioni a livello geopolitico sono costantemente fluide e si sviluppano in maniera rapidissima. Tra Trump e Zelensky un vergognoso siparietto in cui il messaggio è stato solamente uno: quel che è giusto è determinato unicamente dalla forza. Parlare di riarmo oggi, così, non ha granché concretezza; l’Europa non ha dittatori ma nemmeno un vero capo e si è accorta in ritardo di essere, oggi, da sola” ha aggiunto Paolo Armellini (Indipendenti).
“Si vis pace para bellum, e credo che a esser realisti non si possa non ammettere la necessità di un esercito europeo comunitario – ha detto Antonino Pittari (Gruppo Misto di Maggioranza) -. Non a cifre di questo tipo, però, e solo se è davvero ‘comunitario’ anche dal punto di vista della preparazione degli operatori. Gli Stati Uniti d’Europa sono una chimera, le tendenze nazionaliste sono ormai troppe”.
“Viviamo un periodo storico nel quale sta cambiando il panorama geopolitico e personalmente faccio molta fatica a capire alcune dinamiche di politica internazionale – ha commentato, da remoto, Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale e Democratica) -. Da un lato penso la questione della difesa comune sia un principio che, prima o poi, andrà affrontato perché ora abbiamo 29 eserciti senza coordinamento, ma serve programmazione e organizzazione. I soldi del riarmo andrebbero poi comunque restituiti e verrebbero tolti a welfare, sanità, scuola”.
Luca Paschiero (Cuneo Civica), infine, ha risposto direttamente alle accuse del consigliere Lauria definendolo “maestro nel dire tutto e il contrario di tutto: non esiste un passaggio dell’ordine del giorno in cui si dica che si ‘vuole la guerra’; esiste un Ministero della Difesa e non uno della Guerra, quindi i due concetti sono necessariamente scissi. Con atteggiamenti così violenti, specie se si parla di pace, si mette in ridicolo l’istituzione del Consiglio comunale e si cancella il senso del dibattito”.
Al momento della votazione, l’ordine del giorno di Cuneo Civica è stato respinto con 16 voti contrari mentre quello dei due gruppi di minoranza è stato approvato con 13 voti favorevoli.