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Attualità | 24 marzo 2025, 08:36

Tancredi Dotta Rosso: al Ponte del Dialogo di Dronero il racconto di una preziosa eredità

Giovedì pomeriggio presso il Museo Mallé è avvenuta la presentazione del libro “Mio padre. Una microstoria di comunità”, scritto da Margherita Dotta Rosso

Il festival letterario “Ponte del Dialogo “ non è stato solo incontro ma anche vivido ricordo di persone che hanno saputo lasciare il segno ed una preziosa eredità. Giovedì pomeriggio (20 marzo), nella meravigliosa cornice del Museo Mallé, Margherita Dotta Rosso ha presentato il libro dedicato a suo padre, Tancredi Dotta Rosso, ed intitolato “Mio padre. Una microstoria di comunità”.

Un incontro importante, presentato e moderato dalla direttrice del museo Ivana Mulatero, un dialogo che ha visto protagonisti anche il giornalista Beppe Benedetto ed il presidente provinciale delle Acli Elio Lingua.

Il tutto è iniziato con i saluti istituzionali da parte dell’assessore alla cultura Carlo Giordano, il quale ha sottolineato come il valore dell’antifascismo sia, più che mai, da ricordare e mettere in pratica.

Suddiviso in sei sezioni, tra documenti ufficiali e ricordi personali, il libro è, prima di tutto, un inno ad un legame non scontato quanto profondo ed eloquente: quello tra ciò che siamo e ciò che poi di fatto facciamo. La vita, così, di un padre che è stato un riferimento politico ed istituzionale, raccontata con grande capacità da sua figlia. La storia narrata ma anche quella ripercorsa presentando il libro, un’educazione ricevuta attraverso l’esempio:

“Ricordo per esempio che eravamo piccoli - ha raccontato la signora Margherita - e nostro padre ci portò a Cuneo, al Cottolengo. Per noi fu una visita di forte impatto, ma fu poi soprattutto un grande insegnamento: capimmo infatti che in qualsiasi situazione, in qualsiasi condizione si tratta di persone. Il rispetto, il non porre differenza in termini di valore, l’importanza del riconoscere le diversità ma non farne motivo di chiusura, bensì di dialogo, l’abbiamo imparato molto presto e proprio grazie a nostro padre.”
 
“ESAGERUMA NEN”: UN UOMO E LA SUA GRANDE UMILTÀ

Persona, ascolto e dialogo sono stati i tre elementi distintivi dell’operato di Tancredi Dotta Rossa, un uomo che, pur avendo ricoperto incarichi politici ed istituzionali di notevole importanza, ha sempre mantenuto una profonda umiltà. Così quel “Esageruma nen” coerente con l’atteggiamento  ricordato dal giornalista Beppe Benedetto, emozionato nel ripercorrere il suo primo incontro con Dotta Rosso. Da parte di Benedetto una stima profonda per l’impegno nel ruolo da primo cittadino di questo importante personaggio e, in questo, il suo distinguersi per l’attenzione che sempre sapeva rivolgere ad ogni singola persona.

Parole di riconoscenza sono giunte anche da Gloria Tarditi attraverso un importante scritto letto dalla figlia ed autrice del libro, nonché dall’attuale presidente provinciale delle Acli Elio Lingua. Proprio lui ha sottolineato come, pur non avendo avuto modo di conoscere personalmente Dotta Rosso, ha potuto farlo attraverso i documenti e, soprattutto, per tutto ciò che oggi è e rappresenta l’Acli. In particolare, il presidente Lingua ha sottolineato come il dialogo ed il pluralismo, presenti ancora oggi nelle Acli, siano gli elementi portanti proprio grazie a Tancredi Dotta Rosso.

IMPEGNO POLITICO E PERSONALE

Dialogo: parola non soltanto scelta come nome del festival, ma soprattutto consapevolezza della sua urgenza e volontà. Una storia di vita, quella di Tancredi Dotta Rosso, che resta e che, attraverso l’esempio, continua ad essere illuminante. In conclusione dell’incontro, la figlia Margherita ha tenuto a leggere delle parole che mirano alla pace, le parole di suo padre nel 1972 quando, presidente del Comitato italiano, intervenne al VI Colloquio di Dresda:

“La delegazione italiana mi ha incaricato di esprimere ai cittadini di Dresda, e tramite vostro a tutti i cittadini della DDR, la volontà sincera e incrollabile di pace, volontà profondamente ancorata nel cuore del nostro popolo, volontà di una pace giusta. Una pace che non può essere acquisita attraverso la corsa agli armamenti e con l'invenzione di nuove armi distruttive sempre più perfette, ma che deve essere fondata sulla più profonda convinzione di ciascuno di noi che quella e la condizione indispensabile per un progresso sociale durevole […] Molte nuove concezioni, anche relative alla politica internazionale, sono nate a Dresda. E Dresda è diventata il simbolo del progresso e i suoi cittadini hanno dato il loro contributo. Qui si vive la pace nelle sue conseguenze pratiche. Ci sono nel mondo cose che non si possono realizzare, ma che si desiderano ugualmente. Immagino per esempio che tutta la popolazione d'Europa sia riunita oggi in questo Palazzo della cultura, donne e uomini di tutte le ideologie, religioni e sistemi economici perché possano esprimere il loro più urgente desiderio, la loro sincera ricerca della pace. Certamente, da questa sala, sarebbe lanciata al mondo una richiesta di pace molto convincente e di cooperazione per realizzare la pace. Non sarebbe meraviglioso? Precisamente qui a Dresda, in una delle città che hanno sofferto le più gravi conseguenze della guerra, e che non può dimenticare nemmeno oggi, durante la ricostruzione fiera di una città moderna rivolta al futuro.”

Il festival letterario “Ponte del Dialogo” è stato organizzato dal Comune di Dronero e dall’Agenzia di Sviluppo di AFP in collaborazione con il Centro Studi Cultura e Territorio e con il contributo di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione CRC e Banca di Caraglio. Collaborano all’evento anche le scuole del territorio e numerose associazioni e istituzioni culturali di Dronero, come “Espaci Occitan”,il Museo Mallé, la Biblioteca Civica, “Prometheus”, “Dronero Cult”, “Blink”, “Il Maira”, “Voci del Mondo”, “Rafaela Rinaudo” Officina per la Scena (OPS) e “Il Bottegone” che in ogni edizione del festival omaggia gli autori non piemontesi con una borsa di prodotti locali. Questa edizione vede anche la collaborazione con l’Ecomuseo dell’Alta Valle Maira con l’organizzazione di “Ponte OFF- Verso Maira 2028” domenica 30 marzo.

Beatrice Condorelli

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