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Attualità | 24 marzo 2025, 20:30

Cuneo, troppe saracinesche abbassate nel centro storico: “Pronti ad agire con concretezza a sostegno del tessuto commerciale”

Il vicesindaco Serale ha risposto, in Consiglio comunale, alle domande del consigliere Armellini (Indipendenti): “Sono almeno 17 i negozi attualmente chiusi nella sola via Roma. Una realtà triste che porta a ulteriore degrado”

Cuneo, troppe saracinesche abbassate nel centro storico: “Pronti ad agire con concretezza a sostegno del tessuto commerciale”

Il tema delle chiusure delle attività commerciali e delle difficoltà finanziarie sperimentate dal settore nella nostra città lo conosciamo bene ma non ci spaventa: lo affrontiamo a muso duro, assieme alle associazioni di categoria, così come abbiamo sempre fatto”.

Ha parlato così il vicesindaco e assessore al Commercio della città di Cuneo Luca Serale, nel corso della prima parte del Consiglio comunale di marzo, in risposta all’interpellanza del Consigliere Paolo Armellini (Indipendenti) incentrata proprio sul tema.

Da piazza Torino a piazza Galimberti lo stato di abbandono degli esercizi commerciali di via Roma è palpabile – ha detto l’interpellante, presentando le proprie posizioni -. Il centro storico, apparentemente rivitalizzato dalla pedonalizzazione della via centrale, sta diventando un deserto: si possono facilmente contare 17 saracinesche chiuse, una vera enormità”. “Il problema è generale, certamente, ma non possiamo pensare ‘mal comune, mezzo gaudio’ – ha continuato Armellini -. Le attività chiuse sono un sintomo e un segnale molto grave, che non si può ignorare e si deve invece affrontare con forza e decisione. Stare a guardare senza far nulla rende colpevoli”.

Non ci accorgiamo della problematica oggi – ha poi continuato Serale -: come amministrazione abbiamo fatto azioni importantissime sin dai tempi della progettazione del PISU, abbiamo aiutato le attività a rendersi più gradevoli e inclusive e abbiamo applicato regimi di aiuto dedicati a moltissime attività economiche. Sostegni concreti decisi tramite l’unione d’intenti tra Comune e associazioni di categoria, ma abbiamo proposto anche azioni immateriali per affrontare il tema delle chiusure e degli esercizi sfitti; in questo senso il prossimo 14 aprile ospiteremo in città un convegno regionale incentrato proprio sul tema dei vuoti commerciali”.

“Un fenomeno drammaticamente strutturale, difficile da affrontare”
I consiglieri comunali intervenuti non hanno potuto che riconoscere una realtà che coinvolge in realtà l’intera città e, specialmente, le frazioni. “È sufficiente passeggiare in qualunque città delle dimensioni della nostra per capire che l’incidenza della ‘grande distribuzione’ sia maggiore qui che in altri centri – ha detto Beppe Lauria (Indipendenza!) -. L’amministrazione può muoversi prendendo atto del problema e realizzando interlocuzioni sempre più strette con le categorie produttive coinvolte. Può, e deve, fare tanto insomma”.

Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ha sottolineato come sia necessario studiare a fondo la situazione che riguarda il centro storico, per chiarire qualunque possibile zona d’ombra: “Dopo uno studio di questo tipo si può parlare di come risolvere il problema, pensando alla revisione del Piano Regolatore, alla modifica dei trasporti e dei collegamenti pubblici, alla revitalizzazione dei quartieri. Certo il fatto che in città si debbano ancora insediare ben quattro elementi di grande distribuzione non lascia ben sperare per il futuro”.

Il decano Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha sottolineato come anche in corso Nizza siano tante le saracinesche abbassate: “Il fenomeno è drammaticamente strutturale e la colpa non può essere incentrata unicamente verso il Comune; anche per questo crediamo sia bene realizzare un momento di riflessione in commissione, coinvolgendo anche le associazioni di commercianti”.

Subito dopo la pedonalizzazione di via Roma si faceva a gara per aprire un locale in zona, ora non è più così – ha aggiunto Franco Civallero (FI) -. Il buon senso comune non abita nelle trattative relative agli affitti, con la conseguenza che i locali rimangono vuoti senza guadagno per nessuno. La città, però, così ne risente: vedere un centro storico vuoto è terribile”.

La questione dipende in gran parte dalle conseguenze negative della globalizzazione ma anche dal fatto che in provincia di Cuneo i proprietari non hanno la cedolare secca sull’affitto di negozi, capannoni e simili – ha concluso Valter Bongiovanni (Lega) -. Fiscalmente, insomma, non ci sono incentivazioni nell’aprire negozi nuovi”.

Tra gli intervenuti anche la capogruppo PD Claudia Carli: “La questione degli affitti, per negozi e per le case, è quella che è indipendentemente dall’azione dell’amministrazione: un giovane imprenditore che voglia aprire un’attività nel centro storico di Cuneo si rende facilmente e rapidamente conto di come sia impossibile per lui pagare l’affitto. Le città e il mondo sono diversi da quelli del passato e a dirla tutta se alcuni locali rimangono sfitti è anche perché i padroni di casa non sono pronti ad applicare tariffe sensate. Certamente serve ripensare un modello di sviluppo economico che sta mostrando il fianco, ma non si può imputare all’amministrazione anche questi problemi”.

Simone Giraudi

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