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Schegge di Luce | 23 marzo 2025, 07:07

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Gabriele Dall’Acqua

Commento al Vangelo del 23 marzo 2025, III domenica di Quaresima

Santuario di Mombirone

Santuario di Mombirone

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”» (Lc 13,1-9).

Oggi, 23 marzo 2025, la Chiesa giunge alla III domenica di Quaresima (Anno C, colore liturgico viola).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è padre Gabriele Dall’Acqua, frate minore del Santuario di Mombirone (Canale).

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Gesù sta parlando e invitando alla conversione, a rivedere dove siamo diretti, a scegliere quale parola orienta la nostra vita.

Mentre sta parlando, qualcuno lo mette al corrente di una notizia: un gruppo di giudei sono stati massacrati da Pilato mentre stavano compiendo un sacrificio. Probabilmente in quel periodo era anche accaduta un’altra disgrazia: diciotto operai che lavoravano per il tempio furono seppelliti sotto il crollo di una torre.

La gente ragionava così: è Dio che li ha castigati per i loro peccati? Forse ancora oggi esistono interpretazioni del genere davanti agli eventi che accadono. Ci viene facile, veloce, cercare il colpevole o la causa, specie quando di mezzo c’è la morte.

Gesù non dà una spiegazione a ciò che è accaduto, ma prende spunto da questi eventi per parlare della vita e del tempo che abbiamo da vivere.

Gli eventi della vita ci richiamano che la nostra esistenza ha un tempo, non siamo eterni: come utilizziamo il tempo che abbiamo? Gesù dice una parabola, dove parla di Dio e del tempo: Dio è Buono, la Sua pazienza non si è esaurita, e questo significa che ogni giorno è un tempo favorevole, un’occasione di scegliere come vogliamo vivere il nostro tempo.

Ricordarci che abbiamo una fine è un esercizio angosciante e proficuo allo stesso tempo, ci pone davanti a una scelta: come vogliamo vivere? Come impiegare il nostro tempo, cosa coltivare, cosa costruire, cosa lasciare andare… Che frutti vorremmo portare?

Io credo che sia questo l’invito potente che fa il Signore. Renderci conto che abbiamo questo tempo per vivere, un tempo pieno di possibilità. Possiamo scegliere come viverlo, eleggere una Parola che ci guidi, una visione, una missione per noi.

Dio, che è buono, ci doni ancora la sua pazienza e abbia pietà di noi, ci doni la sua Parola, ci orienti verso la sua bellezza, perché in ogni occasione è possibile scegliere, ed è sempre possibile portare frutti di amore.

silvia gullino

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