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io_viaggio_leggero | 22 marzo 2025, 07:00

Varanasi e oltre, viaggiare da soli in India: l'intervista a Desiree

In questa rubrica troverete interviste a viaggiatori e racconti di viaggio vissuti in prima persona. Luoghi da scoprire, avventure emozionanti e storie di vita. Se hai un’esperienza da raccontare… scrivi a : ioviaggioleggero@gmail.com

Parlaci di te?

Mi chiamo Desiree, ho 35 anni, sono italo-brasiliana e lavoro come stewardess sulle barche. Ho sempre sentito il bisogno di esplorare il mondo, anche se all'inizio non ho viaggiato molto. Poi è diventata una vera e propria necessità, e ora, appena posso, prendo un volo per nuove esperienze. Viaggiare da sola, mi ha insegnato a uscire dalla mia zona di comfort.

Che viaggio ci racconti?

Vi porto in India, un viaggio che sognavo da anni. Ricordo ancora quando, a 16 anni, vidi un documentario sulla “Maha Kumbh Mela”, il più grande raduno spirituale del mondo, e decisi che un giorno sarei dovuto andare in India, soprattutto a Varanasi. Ma all'epoca mi sembrava una meta lontana, quasi irraggiungibile, e per molto tempo ho rimandato. Dopo anni di esitazione, ho trovato il coraggio e sono partita.

Qual è stato il tuo itinerario?

Il mio viaggio è iniziato da Udaipur, la città dei laghi, una perfetta porta d'ingresso in India: meno caotica rispetto ad altre città, con un'atmosfera più rilassata. Passeggiando per le sue strade, mi sono innamorata dei palazzi bianchi che si riflettono nelle acque tranquille. Poi sono andata a Jodhpur, ed è stato un salto nell'India più intensa: il traffico caotico, il suono costante dei clacson, le mucche che camminavano indisturbate per strada e il profumo irresistibile dello street food. Il Forte di Mehrangarh, imponente sopra la città blu, è stato uno dei luoghi più spettacolari che abbia visto. Da lì, mi sono spostata a Jaisalmer, la città d'oro nel cuore del deserto del Thar. Qui ho vissuto un'esperienza incredibile: la notte sotto le stelle con i nomadi del deserto. Dopo il Rajasthan, sono arrivata in Uttar Pradesh, visitando Agra e Mathura. Ma la tappa più attesa era Varanasi, il cuore spirituale dell’India.

Un’esperienza particolare che hai vissuto?

A Jodhpur, per caso, mi sono ritrovata ad un matrimonio indiano! È tradizione che gli stranieri possano partecipare ai matrimoni anche senza invito, perché gli indiani amano condividere la loro cultura. La festa era sfarzosa: oltre 2000 invitati, tavolate infinite di cibo speziato, donne con abiti dai colori sgargianti e spettacoli di danza tra petali di rosa e candele. Il momento più emozionante è stato lo scambio delle collane di fiori, simbolo dell'unione tra gli sposi. Nonostante fossi un'estranea, sono stata accolta con un calore inaspettato.

Come ti sei spostata durante il viaggio?

Spostarsi in India da sola ha richiesto adattamento. Ho viaggiato con i mezzi pubblici, tra treni, autobus e tuk-tuk, cercando di evitare i voli interni per vivere il Paese in modo più autentico. I treni notturni sono stati un'avventura a sé: prenotarli era complicato, perché spesso erano pieni già mesi prima, e poi bisognava scegliere la classe giusta. Una mattina, ad esempio, mi hanno cancellato un treno all'alba e mi sono ritrovata in una stazione senza sapere cosa fare. Ero spaesata, ma una ragazza indiana mi ha aiutato: ha comprato per me un biglietto del pullman con il suo telefono e mi ha persino accompagnato al tuk-tuk per assicurarmi di trovare la strada giusta. C'è il preconcetto che l’indiano vuole sempre approfittarsi degli stranieri, ma la mia esperienza è stata diversa: ho incontrato persone generose e disponibili.

L'India è sicura per una donna?

Sì, ma con le giuste precauzioni. Mi sono sempre vestita in modo rispettoso: niente pantaloncini corti o canottiere, non solo per rispetto della cultura locale, ma anche per evitare attenzioni indesiderate. Di sera cercavo di non uscire da sola e mi sono sempre assicurata di alloggiare in posti tranquilli. Ho scelto ostelli frequentati da altri viaggiatori e hotel con buone recensioni.

Un incontro speciale?

Sì, proprio all’inizio del viaggio ho conosciuto una ragazza olandese ma nativa dello Sri Lanka. L’ho incontrata tramite un annuncio su Facebook, e lei mi ha raggiunta a Udaipur. Si era licenziata dal suo lavoro per fare un piccolo giro del mondo di un anno intero, un sogno che aveva sempre avuto. Abbiamo trascorso una parte del viaggio insieme, condividendo l’itinerario fino a Jaipur. Una vera viaggiatrice esperta, che affrontava tutto con grande indipendenza e sicurezza. Mi ha insegnato tanto, soprattutto ad essere più aperta alle novità. Un piccolo esempio, all’inizio ero molto diffidente nel provare lo street food indiano, ma lei mi ha convinta a sperimentare senza troppi timori. La ringrazio ancora oggi! Dopo la nostra esperienza insieme in India, siamo rimaste in contatto e ci siamo riviste un anno dopo nelle Filippine. Fantastico !

E Varanasi?

Varanasi è stato un vortice di vita e spiritualità. Ricordo il caos delle strade, il profumo d’incenso mescolato al fumo dei ghat di cremazione, e il silenzio sacro dell’alba sul Gange, quando i pellegrini si immergevano nelle acque sacre. Al tramonto, il Ganga Aarti illuminava il fiume con canti e fiaccole, creando un’atmosfera quasi surreale. Un luogo che ti mette davanti alla vita e alla morte senza filtri, lasciandoti a bocca aperta.

L’emozione più grande?

Tra le esperienze più intense che ho vissuto in India, una in particolare mi ha lasciato un segno profondo. È successo a Vrindavan, una piccola città sacra tra Agra e Varanasi, conosciuta come la città di Krishna. Arrivata senza troppe aspettative, ho scoperto un luogo di devozione incredibile, dove tutti camminavano scalzi per le strade. Mi sono tolta le scarpe anch’io ed ero l’unica turista! A un certo punto mi sono ritrovata circondata da una folla impressionante, in un'India ancora più intensa di quella che avevo visto fino a quel momento. Un gruppo di giovani mi ha invitato nei templi con loro, raccontandomi storie sulla spiritualità del luogo. Era tutto così nuovo e travolgente che ho smesso di cercare di capire e mi sono semplicemente lasciata trasportare.

Cosa ti ha lasciato l’India?

Mi ha insegnato ad andare oltre le mie paure, a lasciarmi sorprendere, a viaggiare senza schemi fissi. Lì, ho dovuto dimenticare le mie certezze e immergermi completamente in un mondo diverso dal mio. La spiritualità era ovunque: nelle persone che pregavano in strada, nei rituali quotidiani, nell'energia dei templi. Sono partita con mille domande, e sono rientrata con altrettante, ma con la certezza che tornerò in India.

IN & OUT  VARANASI

Porta con te

  • Una piccola Catena con un Lucchetto
  • Il Sacco Lenzuolo
  • La Reattività alle situazioni

Lascia a casa

  • Il peso in eccesso nello zaino
  • L’ itinerario troppo programmato
  • Il Preconcetto

Valutazione : 5 zaini

Legenda

1 zaino (meglio andarci in vacanza )

2 zaini (merita un viaggio ma..)

3 zaini (vale il viaggio )

4 zaini (viaggio da non perdere )

5 zaini (vale più di un viaggio)

Marco Di Masci

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