A distanza di oltre otto anni dai fatti è prossima alla chiusura la vicenda processuale originata dal terribile incidente che ebbe come involontario protagonista un ragazzo che all’epoca dei fatti, occorsi il 28 ottobre 2016, aveva appena sei anni.
Il procedimento è quello che punta ad appurare eventuali responsabilità penali nel sinistro che il 28 ottobre 2016 coinvolse uno scuolabus di servizio a Bra per conto del Comune. Un incidente dall’esito particolarmente grave, giacché per sua conseguenza un bambino che viaggiava a bordo del mezzo, di ritorno a casa dopo la mattinata trascorsa a scuola, subì la perdita della mano destra, rimasta "intrappolata" nella guarnizione di un finestrino e quindi sub-amputata per effetto della manovra compiuta dall’autista ravvicinandosi a minima distanza da un muretto.
A giudizio nel procedimento che ne nacque ci sono l’autista del mezzo, S. D., e il legale rappresentante della società di trasporti coinvolta, G. B., cui l’accusa contesta la fattispecie colposa delle lesioni gravissime.
Il pubblico ministero aveva condizionato il proprio assenso alla misura all’effettiva corresponsione da parte della società assicuratrice – la Itas di Trento – dei 400mila euro di risarcimento che la stessa si era offerta di versare a favore della vittima.
Una dazione che – era l’altra condizione posta dal Pm – non andava però intesa come definitiva, dovendosi quindi escludere, come invece proposto, la sua subordinazione a clausole di rivalsa che la parte civile – i familiari del piccolo, rappresentati dall’avvocato albese Roberto Ponzio – aveva da subito bocciato come "ambigue".
Il processo è ripreso con l’udienza tenuta lunedì in Tribunale ad Asti, poi rinviato al prossimo 7 aprile col proposito di perfezionare tra le parti un accordo transattivo che possa risarcire il ragazzo del gravissimo danno subito. Così l’avvocato di parte civile Roberto Ponzio: "In effetti siamo vicini a una transazione, mancano alcuni dettagli che dovrebbero essere risolti nei prossimi giorni. I danni subiti dal mio assistito sono gravissimi, perché oltre a quello biologico vi è un danno esistenziale, che comporta l’abolizione per lui di tutti i lavori di tipo manuale, oltre a una limitazione della possibilità di praticare attività ludico-creative. L’entità del risarcimento è coperta da una clausola di riservatezza".