Lunedì, nel corso del convegno che si è svolto in Confindustria e che ha dato conto dello stato dell'arte delle infrastrutture del Piemonte e, ovviamente, della Granda, che non ha mai goduto di particolare buona salute sotto questo aspetto, l'assessore regionale Marco Gabusi ha annunciato l'unica, vera e significativa novità per la nostra provincia.
L'avvio degli espropri per la realizzazione della variante di Demonte. Parere positivo del Ministero dell'Ambiente, parere atteso positivo dalla Commissione Europea e primi atti formali per poter iniziare a progettare un'opera da 92 milioni di euro, con la prospettiva di andare a gara già entro il 2025, cosa evidenziata anche dal senatore Giorgio Maria Bergesio, da sempre molto "attento" a quest'opera.
La notizia è di quelle accolte nel migliore dei modi anche da chi fa il nostro mestiere e scrive della variante di Demonte da decenni, quasi sempre per evidenziare i continui fallimenti e stop, le continue beghe burocratiche, la situazione vergognosa in cui versa Demonte, i continui blocchi della circolazione... insomma, chi segue Targatocn sa perfettamente a cosa ci stiamo riferendo.
Non tutti, però, si dicono d'accordo. Stamattina abbiamo pubblicato la lettera di una ragazza che vive in valle Stura e che evidenzia, anche comprensibilmente, come "nel 2025 continuiamo a cementificare anziché pensare a soluzioni ecologiche. Nell'era della sostenibilità noi costruiamo ecomostri in una delle poche aree agricole rimaste nel paese, anziché pensare a un progetto che aumenti anche il numero di servizi, incentivi il turismo e rilanci la valle come progetto di sostenibilità, modello da seguire. Piuttosto che una bella ferrovia per il trasporto sia di materiali sia di persone costruiamo una sopraelevata che non risolverà nulla, visto che poi il problema rimarrà ad Aisone e Vinadio".
Non è mancata la controreplica di un lettore, che sottolinea come la variante avrà un impatto e un'occupazione di suolo che in alcun modo può essere definita ecomostro.
Anzi, evidenzia, "il vero ecomostro è lo stabilimento della Sant'Anna, che imbottiglia più di un miliardo di bottiglie ogni anno, trasportate su tir che vanno chissà dove. Eppure, quello va bene. Mentre restituire vita e dignità ad un paese ormai devastato non va bene. Interessi individualistici? Questa ragazza vive in frazione Perosa, lontano dal passaggio dei tir. Spiace constatare come ognuno guardi al suo orticello invece che pensare al bene di tutti. E' stato proprio questo il problema maggiore. Per un motivo o per un altro, si sono sempre trovati o creati ostacoli per un'opera necessaria e attesa da decenni".
Un percorso che si preannuncia tutt'altro che in discesa. A partire dalla questione espropri, per la quale, si legge nel documento predisposto da Anas, "a decorrere dalla data di pubblicazione del presente avviso e per 30 (trenta) giorni naturali consecutivi – a pena di decadenza – gli eventuali portatori di interessi pubblici o privati, individuali o collettivi, potranno far pervenire, all’attenzione del suindicato Responsabile del Procedimento, le proprie osservazioni (idonee memorie scritte e documenti) che saranno valutate qualora pertinenti all’oggetto del procedimento".