Il convegno di lunedì 17 marzo in Confindustria Cuneo, organizzato dall’Osservatorio regionale OTI Piemonte, ha offerto uno spunto di riflessione importante sullo stato delle infrastrutture nella provincia di Cuneo e confermato ciò che sosteniamo da tempo. I dati presentati hanno tolto ogni residuo di ambiguità: nonostante la convergenza politica tra Provincia, Regione e Governo, le grandi opere strategiche per il territorio continuano a procedere a rilento, quando non sono ferme.
«L’analisi emersa è chiara e non può essere ignorata – afferma Mauro Calderoni, consigliere regionale del Partito Democratico –. Non si può più parlare di responsabilità frammentate o di mancanza di interlocutori: oggi le principali istituzioni locali e nazionali condividono la stessa maggioranza politica, eppure i nodi cruciali per lo sviluppo del Cuneese restano irrisolti». Tra le criticità più evidenti figurano il mancato completamento dell’autostrada Asti-Cuneo, i ritardi nella riapertura del tunnel di Tenda e l’assenza di investimenti strutturali sul potenziamento ferroviario e sulla viabilità di collegamento con il resto del Piemonte e la Liguria. A preoccupare ulteriormente è l’esclusione della provincia dai nuovi corridoi europei “TEN-T”, che rischia di isolare ancora di più il territorio dalle principali direttrici di trasporto merci e passeggeri. Un altro tema che merita una riflessione riguarda la scelta di individuare in Mondovì la futura Zona Logistica Semplificata (ZLS) per la provincia. È davvero questa la soluzione più lungimirante per favorire le grandi aziende esportatrici del Cuneese?
Non sarebbe più strategico e funzionale pensare ad un’area situata tra il Cuneese, il Fossanese e il Saviglianese, maggiormente baricentrica rispetto ai principali poli produttivi provinciali e con accesso diretto alle infrastrutture autostradali, ferroviarie e aeroportuali? Avremmo voluto confrontarci su questo argomento con la Provincia ed i sindaci, almeno delle città più grandi (che avrebbero potuto portare le istanze dei territori di riferimento), e l’abbiamo proposto più volte, ma è sempre mancata la volontà di chi governa le istituzioni e le principali associazioni di categoria di allargare il tavolo di discussione su questo tema.
«Senza infrastrutture moderne – conclude Calderoni – il Cuneese rischia di perdere competitività e opportunità di sviluppo. È fondamentale però che le priorità vengano stabilite attraverso un processo davvero partecipato che, partendo dall’esistente, individui le esigenze future con uno sguardo lungimirante. Solo così sarà possibile superare i ritardi accumulati e contrastare i campanilismi che ancora oggi ostacolano il progresso della Granda».