Eventi - 19 marzo 2025, 07:24

A Coumboscuro il secondo appuntamento della rassegna “Retournen a l’Escolo”

venerdì 21 marzo alle ore 21 nell'aula della Escolo del Magistre Sergio Arneodo una originale proposta di approfondimento dedicata al fenomeno del cantautorato, affermatosi dagli anni sessanta del novecento

Un momento del primo appuntamento di "Retournen a l’Escolo” 2025

Il secondo appuntamento della rassegna “Retournen a l’Escolo” è in programma venerdì 21 marzo – ore 21.00. Il luogo rimane la suggestiva aula della Escolo del Magistre Sergio Arneodo a Coumboscuro. Dopo la partecipata presentazione del libro di poesie contemporanee in lingua provenzale alpina “Suèmi de luno” di Barbara Soldà, la serata di venerdì prossimo rappresenta una originale proposta di approfondimento dedicata al fenomeno del cantautorato, affermatosi dagli anni sessanta del novecento.

L’incontro si svolgerà in due momenti con un iniziale approfondimento dedicato a questo stile compositivo che si avvale della formula canzone, per raccontare la società, con notevoli repertori letterari e lirici. Un excursus introduttivo propedeutico alla riscoperta del repertorio dei cantautori poco noti al grande pubblico, che sarà il vero nucleo della serata.

Uno di questi è Garcin, ed in particolare il nizzardo Maurice Sgaravizzi (1942 – 2011), conosciuto nella capitale dell’antica Contea di Nizza come Mauris. Si tratta di un artigiano del quartiere della Madelaine, orologiaio / artista molto amato dagli emigranti piemontesi a Nizza - sovente figure al centro delle sue composizioni – che ha saputo raccontare con stile personale la variegata società presente in città e nel suo territorio, nel turbine della dinamica del porto e del turismo internazionale. Scoperto e portato in concerto in Italia da Sergio Arneodo, Mauris rappresenta esattamente la figura degli “auto-compositeurs”, che in opposizione all’affermazione della musica commerciale, si dedicavano alla creazione di un repertorio che desse voce al territorio in cui vivevano ed alla umanità di questi mondi circostanziati.

Per questa ragione, la scelta di Mauris, come quella di molti cantautori dell’epoca, fu quella conseguente di usare nei testi le lingue regionali, sorrette da vari stili musicali, con base chitarra e voce. Percorso che accomuna gli autori meno conosciti ad artisti di assoluto riferimento come Fabrizio De André per l’Italia e George Brassens per la Francia. A questo proposito al centro dell’introduzione curata da Francesco Segreti ci sarà la relazione tra i diversi ambienti, anche fisici, e la tecnologia con la conseguente evoluzione del fenomeno dei cantautori, con una panoramica che partendo da situazioni molto distanti (nel tempo e nello spazio) arrivano ad influenzare fortemente quelli che sono stati – e quelli che ancora resistono – gli “eroi” di molti giovani negli anni 60 e 70.

La seconda parte della serata prevede esecuzioni dal vivo da parte della formazione Ciao viva (espressione nizzarda di saluto) con la voce di Caterina Pedrazzini, la chitarra di Francesco Segreti e la fisarmonica di Davi Arneodo. Una scelta nel repertorio cantautorale più conosciuto e nel repertorio di Mauris, attinto dai suoi cinque album e registrazioni in concerto.

Le “veià ” si chiudono con una tavolata a cui i partecipanti potranno contribuire, portando bevande o piatti dolci o salati… ed una “asquio”, un pezzo di legno, come hanno sempre fatto gli allievi d’un tempo, per riscaldare le aule delle scuole di montagna.

cs