Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile direttore
mi permetto di allegarle questo mio pensiero, scaturito dopo aver letto la notizia da parte dell'Anas che presto verranno fatti gli espropri per procedere con la variante della Valle Stura.
Credo di condividere il pensiero di molti quando dico che questo è un progetto inutile, fine a sé stesso, perché non va a risolvere il problema in valle ma solo a mettere una toppa per la situazione nel Comune di Demonte.
Sono una studentessa, che fa da pendolare tra casa, Torino e ora Venezia, per studiare turismo e sperare un giorno di poter fare di più per questa valle, che amo così profondamente. Ogni giorno però ricevo solo porte in faccia e notizie sconfortanti da quelli che dovrebbero essere i nostri amministratori, che dovrebbero lavorare per il futuro e il miglioramento dei servizi. Mi sembra invece che venga fatto l'opposto.
Sono, siamo affranti da questa situazione.
Dopo 20, 30, forse 50 anni sta partendo un progetto della circonvallazione. Forse l'ultimo? Chi lo sa... Magari faremo come la Cuneo-Asti, che inizieremo e poi lasceremo lì incompiuta per i prossimi 20 anni.
A parte il progetto che lascia alquanto a desiderare e non considera minimamente le esigenze di una valle, vocata al turismo, allo sport, all'artigianato e all'agricoltura, cosa trovo aberrante è che gli agricoltori o i vari proprietari terrieri scoprano che verranno sottratti dalla loro proprietà da un post su Facebook. Persone, che per la maggior parte usano questi terreni per vivere e svolgere la loro attività, mantenere delle famiglie.
Siamo nel 2025 e continuiamo a cementificare anziché pensare a soluzioni ecologiche. Nell'era della sostenibilità noi costruiamo ecomostri in una delle poche aree agricole rimaste nel paese, anziché pensare a un progetto che aumenti anche il numero di servizi, incentivi il turismo e rilanci la valle come progetto di sostenibilità, modello da seguire. Piuttosto che una bella ferrovia per il trasporto sia di materiali sia di persone costruiamo una sopraelevata che non risolverà nulla, visto che poi il problema rimarrà ad Aisone e Vinadio.
Ma in fondo si sa, in valle siamo individualisti e scusate, obbiettivamente ottusi. Pensiamo a un problema per volta e continuiamo a battere su quello finché non viene risolto. Poi se il problema ne porterà ad altri mille non ci interessa. Preferiamo diventare paesi fantasmi, perdere la nostra identità in favore di un ammasso di ferro e cemento.
E non dite che la gente comunque transiterà in valle. Ora lo fanno perché devono, ma poi chi rimarrà se tanto la valle non avrà nulla da offrire.
I problemi veri sono altri, stanno più alla base. E ora costruiremo un ecomostro che tra qualche anno criticheremo e odieremo. Ma in fondo c'è lo siamo voluti. Mentre nelle altre valli pensano ad ampliare le aperture dei colli per favorire l'arrivo di nuove persone, idee e incentivi, noi siamo rimasti fermi agli anni 50: almeno a quel tempo almeno le terme in valle funzionavano.
Alice Arnaudo, Demonte