Riceviamo e pubblichiamo queste lettera arrivata alla nostra redazione:
"Caro sindaco Francesco Dotta,
mentre sta lievitando il dibattito e la mobilitazione sull'idea del termovalorizzatore ligure (solo ligure?) nel sito di interesse nazionale Cengio-Saliceto, credo sia necessario e opportuno sospendere le opinioni per affrontare, una buona volta, i fatti nella loro immutata realtà. Sono gli stessi fatti che, voce nel deserto, vado pubblicamente denunciando da anni, rivolgendomi agli aventi causa: ENI, Ministero, Regioni, territorio e a te, per il tuo ruolo centrale di sindaco con annesse non lievi responsabilità".
"Comprendo e condivido appieno la tua intenzione di restituire quell'area al riutilizzo, ma occorre prima creare le condizioni perché questo diventi possibile, perché attualmente non lo è. I silenzi di ENI e dintorni, mi domando quanto consapevoli, non bastano certo a stabilire che il passato è passato, non esiste più e quindi si possa procedere sic et simpliciter".
"In merito, sono sempre più convinto che il presidente Bucci non sia compiutamente informato della reale situazione del sito ed occorra urgentemente rimediare per evitare irrigidimenti inevitabili, stupidi in quanto tali. Sai bene che nessuno conosce la situazione del sito più di noi due, tu e io. Ti sono grato per il ruolo che mi riconosci come semplice cittadino, quindi sta a noi uscire da questo stallo senza aspettare i riti della politica, sempre occupata a badare anzitutto a se stessa".
"Prendo atto con soddisfazione che apprezzi e condividi le conclusioni dell'incontro di Camerana del 20 febbraio scorso. Ogni parola di quel comunicato è stata micro-pesata e costituisce riferimento e impegno assoluti. Ora è necessario un altro passo: tenere noi due insieme un incontro pubblico, presenti i tuoi riferimenti regionali, l'assessore Giampedrone (almeno per una volta) e tutti gli esperti che vorrai".
"Bello sarebbe se volessi ospitarlo proprio a Cengio, dove ognuno potrà rappresentare sia le ragioni che impediscono il riutilizzo del sito, sia idee e proposte per superarle al meglio possibile. Ti ho detto, scritto e ora ribadisco che esistono le possibilità per voltare questa pagina. Interessa? Prendo questo impegno personale, per quanto vale, ma sai bene che se non lo facciamo noi, ben difficilmente qualcuno lo farà per noi, se non contro, e sarà ancora altro tempo perduto. Non ne resta molto, Francesco, sai bene quanto sia vero pure questo. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alla nostra gente, che è arbitro unico. Perché la sovranità appartiene al popolo, anche se il popolo spesso se lo dimentica. Io no".
Pier Giorgio Giacchino, presidente dell'Associazione Lavoratori Acna ed ex sindaco di Camerana