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Schegge di Luce | 16 marzo 2025, 07:01

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Antonio Dellagiulia

Commento al Vangelo del 16 marzo 2025, II domenica di Quaresima

Gentiile Bellini, Trasfigurazione di Cristo. 1480-1485. Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte

Gentiile Bellini, Trasfigurazione di Cristo. 1480-1485. Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto (Lc 9,28-36).

Oggi, 16 marzo 2025 la Chiesa giunge alla II domenica di Quaresima (Anno C, colore liturgico viola).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Antonio Dellagiulia, Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione e professore di psicologia dello sviluppo, presso l’Università Pontificia, a Roma.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

«Dalla meta non distogliere lo sguardo»: queste parole sono bene presenti alla mente di chi cammina in montagna. Nella fatica del cammino, quando si ha davanti la meta, il percorso ci appare meno faticoso e lo sguardo verso il traguardo motiva e sostiene nella marcia. Similmente è stato per Pietro, Giacomo e Giovanni nell’episodio della Trasfigurazione che ci viene narrato nel Vangelo di questa domenica.

Per comprenderlo a fondo occorre capire che cosa accade prima: Gesù ha annunciato ai discepoli la sua passione a Gerusalemme. La trasfigurazione allora presenta ai discepoli la meta finale, la risurrezione, per aiutarli ad affrontare lo scandalo della croce. Passione e Risurrezione sono due momenti inscindibili: la prima mostra la profondità dell’amore del Signore Gesù che arriva a dare la vita sulla croce, la seconda mostra che quell’amore ha vinto la morte.

Sottolineiamo tre aspetti nel Vangelo di oggi, attuali per la nostra vita: gli apostoli devono salire sul monte per pregare con Gesù; nel momento della trasfigurazione fanno esperienza della bellezza dell’essere con Lui e, dopo, discendono dal monte alla vita quotidiana. Similmente deve avvenire per noi in questo tempo di Quaresima: siamo invitati dal Vangelo a trovare dei momenti per stare soli con Gesù, come i discepoli sul monte: trovare qualche momento di preghiera, leggere qualche pagina del Vangelo, partecipare all’Eucaristia e vivere il Sacramento della Riconciliazione.

In questi momenti sperimenteremo la bellezza dell’essere con Gesù, sentiremo la nostra fede come fonte di gioia, non come un insieme di precetti da osservare, ma come l’esperienza della sua presenza che ci accompagna ogni giorno. Quindi, tornare alla quotidianità trasfigurati, vivendo le attività di ogni giorno sotto una luce differente. Se veramente facciamo esperienza di Gesù, siamo capaci di guardare alla realtà in modo differente, a guardare il mondo con lo sguardo di Gesù.

La nostra Quaresima è iniziata con il rito delle ceneri, che ci ha ricordato la nostra fragilità e richiamato alla conversione, domenica scorsa il Vangelo ci ha parlato delle tentazioni, della necessità di combattere il male, oggi la trasfigurazione ci presenta la luce della trasfigurazione che ci anticipa la meta della risurrezione come antidoto allo scoraggiamento e spinta per il nostro cammino di purificazione.

«Se non siamo stati con Dio, se il nostro cuore non è consolato, come potremo consolare?». Viviamo la Quaresima «Imparando un po’ di più a “salire” con la preghiera e a “scendere” con la carità fraterna» (papa Francesco).

Silvia Gullino

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