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Cronaca | 14 marzo 2025, 17:52

Accoltellò la moglie a Morozzo: ora in carcere, il marito decide di farsi interrogare dal pm

L'uomo comparirà davanti al magistrato venerdì prossimo. I fatti sono del settembre scorso, quando la donna, scesa in garage per recarsi al lavoro, fu accoltellata dal consorte. Alla base del gesto sembrerebbe esserci una separazione che l'uomo non avrebbe accettato

Il tribunale di Cuneo

Il tribunale di Cuneo

Comparirà davanti al pubblico ministero il 21 marzo, venerdì prossimo, l’uomo che nel settembre 2024 avrebbe tentato di uccidere sua moglie nel garage della loro abitazione di Morozzo accoltellandola. Quella mattina la donna stava recandosi al lavoro quando venne raggiunta dal marito e colpita.

In carcere da quel momento, l’elettricista 45enne dovrà rispondere alle domande del sostituto procuratore Alessia Rosati, titolare del fascicolo, che nei mesi scorsi ha notificato alle parti l’avviso di conclusioni indagini. L’interrogatorio dell’indagato è un atto dovuto da parte della Procura, che non può esimersi dal farlo se, come nel caso di specie ne venga fatta richiesta.

Un tentato omicidio che, come movente, parrebbe avere la mancata accettazione da parte dell’uomo alla richiesta di separazione della moglie che, dopo essere stata colpita, era riuscita a scappare in strada. Qui venne  soccorsa, trasportata d’urgenza e ricoverata all’ospedale Regina Monti Regalis di Mondovì. I colpi inferti con il coltello, cinque parrebbe, non raggiunsero per poco un polmone e la pleura della vittima che, ad oggi, come fatto sapere dal suo legale, l’avvocato Gabriella Chiapella, sta bene.

Sull’arma utilizzata per colpire la donna il 30 ottobre scorso era stato predisposto un accertamento tecnico irripetibile. Nominato come consulente dal pubblico ministero, il medico legale torinese Paolo Garofano era stato chiamato a redigere una perizia sia sull’arma che sui jeans indossati dall’indagato al momento dei fatti. Obiettivo della consulenza era infatti quello di esaminare le tracce di sangue presenti sul corpo contundente e sui pantaloni dell’uomo, oggetti questi sottoposti a sequestro per verificare che vi fosse una corrispondenza tra il suo Dna e quello della vittima. 

Come detto, l ’uomo dal settembre scorso si trova sottoposto a custodia cautelare nel carcere Cerialdo di Cuneo. L’accusa per lui è quella di tentato omicidio aggravato. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi di fronte al giudice per le indagini preliminari Cristiana Gaveglio, il 45enne si era avvalso della facoltà di non rispondere. Scelta, questa, che non si ripeterà venerdì prossimo, fa sapere il suo avvocato Pier Mario Morra.

CharB.

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