Si è aperto con il tema della violenza giovanile il consiglio comunale di questa sera, mercoledì 12 marzo, a Mondovì. La riflessione, proposta dal presidente Elio Tomatis e dal sindaco, Luca Robaldo è nata a seguito di un episodio specifico, quello che si è verificato lo scorso 24 febbraio a Piazza.
"La riflessione - ha detto Tomatis - che che vorrei che il consiglio facesse è sul disagio giovanile, la violenza è solo la punta dell'iceberg. Dal mio punto di vista serve anche un inquadramento storico-cronologico. L'educazione post bellica aveva capisaldi ben precisi, tra questi rispetto dell'autorità e disciplina. Lo studio e il fare i compiti erano secondari, prima bisognava lavorare, poi c'era lo sport. Questo ha causato una generalizzata voglia di libertà che ha portato al '68. Come tutti i movimenti spesso vi è una degenerazione, ma la parte nobile fu appunto la libertà di pensiero, sono stati gli anni della riforma universitaria, se prima erano pochi a ottenere la laurea così non è più stato. Con lo sviluppo economico poi è cresciuto anche il lassismo che ha preso il posto dell'autorità: è successo nella famiglia, a scuola, nella società. l no sono stati sostituiti dai sì. In più c'è meno tempo nelle famiglie, i genitori devono appoggiarsi ai nonni, che considero eroi. Poi sono arrivati i cellulari e poi i social, le soluzioni pronte e se io non ho il cervello collegato dimentico tutto. Poi sono arrivati gli influencer, a dirci cosa è bene e cosa è di moda. Tutto ciò ha conseguenze: l'isolamento dei ragazzi, il pessimismo sulle prospettive. Manca la percezione sui comportamenti sbagliati: manca la percezione della gravità delle cose che vengono fatte. I ragazzi sono vittime di questo sistema, vivono in un presente di cui hanno paura e senza prospettive di futuro, ci hanno tolto anche i sogni. È così difficile dire dei no? Recuperare un po' di autorevolezza?
Se non facciamo rete non andiamo da nessuna parte. Fare rete significa tornare al tavolo delle politiche sociali e giovanili e allargare i partecipanti, coinvolgendo famiglie e alunni".
"Oggi siamo qui per cercare di comprendere le azioni che si possono mettere in campo - ha detto il sindaco, Luca Robaldo -. Forse non abbiamo tutte le competenze necessarie per affrontare queste problematiche, ma cerchiamo soluzioni pragmatiche. Le scuole e le forze dell'ordine fanno tanto, coì come le associazioni sportive che consentono ai ragazzi di vivere una fase di rispetto delle regole e degli avversari. Noi come amministrazione pensiamo che la sanzione non sia la soluzione. Il primo elemento che ci deve guidare è la consapevolezza che nella nostra Città si sta bene e ci sono tanti servizi che vengono erogati alle famiglie. Possiamo partire da questo dato comune per renderci conto che ci sono fenomeni che toccano anche la nostra realtà e dobbiamo affrontare. Come cittadini dobbiamo riappropriarci degli spazi di comunità e ricominciare a viverli, questo è un deterrente per riqualificare gli spazi. L'amministrazione non credo possa sopperire all'educazione delle famiglie, ma magari queste riflessioni che stiamo facendo riusciremo a mettere degli strumenti in campo che possano essere utili ai giovani genitori.
Il mondo della scuola affronta enormi sfide, ma a me ha colpito ciò che hanno detto dirigenti e insegnati: "dobbiamo essere psicologi, accompagnatori alla socialità". Forse è su questo che dobbiamo interrogarci e declinare i progetti che abbiamo messo in campo. Tutto questo perché dal tavolo è emerso un elemento che è stato richiamato ossia lo spregio dell'autorità. È un ragionamento aperto a tutta la comunità. Mondovì è una Città sicura. Oltre alle telecamere di videosorveglianza, noi abbiamo da tempo approvato il daspo urbano per far sì che Mondovì venga percepita più sicura. Nel 2024 sono stai 8, dal 1° gennaio a oggi cinque. Oggi abbiamo necessità di lavorare tanto con i progetti di inclusione, a favore delle scuole, delle famiglie e delle associazioni sportive".
Assessore alle Politiche Sociali, Francesca Botto: "Il tavolo delle politiche e sociali giovanili è uno strumento di programmazione e monitoraggio proprio per condividere i progetti. Alla luce dei fatti accaduti a Piazza abbiamo ritenuto di confrontarci. I ragionamenti sono stati molteplici, nessuno ha la bacchetta magica, ma ciascun soggetto ha condiviso il proprio percorso ed esperienza. Grande spazio per i giovani e per le fragilità che devono affrontare: comunicazione, abuso di social e digitale. Serve un nuovo modello educativo. Alcuni genitori si dicono impreparati, fin dall'infanzia, nell'affrontare i problemi dei figli. Molto interessante poi il fatto che alcuni insegnanti si siano dichiarati incapaci di gestire talune situazioni perché molto spesso l'insegnamento passa in secondo piano, rispetto ad attività di tipo psicologico che gli insegnanti non sarebbero tenuti a svolgere. Si potrebbe ragionare su progettualità per la genitorialità e per gli insegnanti".
"Colgo l'occasione - ha detto l'assessore all'istruzione, Francesca Bertazzoli - per ricordare che le scuole sono coordinate sui temi del bullismo e cyberbullismo con la supervisione di psicologi. I due comprensivi hanno poi organizzato incontri per i genitori dedicati alle nuove tecnologie. Credo che sia essenziale investire sul tema del disagio giovanile con un focus sui disturbi alimentari, tema che sarà affrontato dalla Consulta Femminile questo sabato, in occasione della giornata internazionale del fiocchetto lilla. Tutte le forme di bullismo e disagio giovanile vanno prevenute".
"Lo scorso venerdì, all'incontro con Confindustria e Confartigianato, ho ricevuto un messaggio da parte di Sara, ragazza di 18 anni, - assessore alle politiche giovanili, Alessandro Terreno - che ho conosciuto tramite il progetto Cu.Be (cultura-benessere) della Fondazione CRC per iniziative extra scolastiche per allenare i propri talenti. Sara mi ha scritto che, ascoltando le parole dell'amministrazione, ha capito quanto è importante collaborare per fare comunità. I giovani sono persone attive, che vogliono mettersi in gioco, tanti sono disinteressati, ma forse hanno solo bisogno di fiducia. I giovani hanno bisogno di avere resposanbilità, non giustificazioni. Ecco perché come comune abbiamo messo in campo progetti di continuità come: Cu.Be, Spazio Giovani e Feel good per lo sport come strumento di crescita e aggregazione, palestra di vita, come la scuola. E poi gli eventi musicali, accessibili a tutti, in un ambiente sicuro come Mondovì e anche per questo abbiamo investito su una manifestazione come il "Suono delle scuole". Non possiamo restare a guardare. Una comunità cresce quando nessuno resta indietro e crede nei suoi giovani".
"Purtroppo violenza e bullismo sono fenomeni di cui siamo a conoscenza da tempo - ha detto il consigliere, Rocco Pulitanò - e avevamo presentato un'interrogazione in merito per chiedere di incrementare la videosorveglianza. Siamo soddisfatti di quello che è stato fatto per la sicurezza del territorio. Come gruppo avevamo preparato anche un ordine del giorno, poi abbiamo soprasseduto, ma è evidente che parliamo di un fenomeno in forte espansione, fenomeni che interessano anche le scuole primarie. Quali azioni intraprendere? Creaimo un pool di esperti in potenziamento e affiancamento al tavolo delle politiche sociali e giovanili".
"Un paese vivo e sicuro così è vista Mondovì vista dai ragazzi che vengono da fuori - ha detto il consigliere del centrosinistra, Davide Oreglia - portando in consiglio le parole di una ragazza, proveniente dall'estero, che è ospite per un periodo presso la sua famiglia -. È bello vedere che per chi viene dall'esterno c'è una bella percezione della nostra realtà. Nessuna comunità cresce senza tenere conto di ciò che sta alle nostre spalle. Mondovì in questi anni ha fatto diverse azioni, che abbiamo raccolto in un dossier come gruppo. Nel 1989 – l'USL (oggi ASLCN1) avvia il centro ragazzi Mi-Kò, nei primi anni Novanta il Comune prende in carico l’attività e nasce il Centro Ragazzi Breo. Dal 1994 in poi: crisi, ripresa e fine dell’esperienza del Centro Ragazzi, arriviamo nei primi anni Duemila con attività sui minori delegata al CSSM, politiche comunali indirizzate alle fasce giovanili e attivazione di progetti che coinvolgono attori multipli. Sono poi nati la Consulta giovanile, diventato circolo delle idee. E oggi iniziative dal 2022 in poi: Monregalyou, Park Out, Into the Groove, Cu.Be, Safer drive, Action job e altri. Serve un progetto che sostenga l'agio, il buono che c'è".
Al consiglio, partecipato da una trentina di rappresentanti delle scuole e delle associazioni, è stata invitata ad intervenire come esperta la professoressa Monica Abbona.