Avviare la guerra (sebbene fredda e deterrente) per preparare una pace possibile? Parrebbe essere proprio questa la prospettiva verso la quale, come cittadini europei, siamo incamminati a seguito dell'annunciato disimpegno - fosse anche solo parziale - degli Stati Uniti d'America a guida trumpiana nei confronti della NATO. Sembra infatti che l'Alleanza atlantica non potrà più contare sull'integrale sostegno generoso di Washington nel settore della Difesa e del sostegno militare che - per esempio sul finire degli anni Novanta del secolo scorso - si rivelò decisivo per gestire la transizione post comunista dell'est Europa e per mettere fine alla guerra civile nei Balcani. Da qui la scelta della Commissione Von Der Leyen di varare un maxi-piano da 800 miliardi di euro sia per rinforzare i sistemi difensivi dei singoli Stati nazionali, sia per contrarre debito pubblico comune e cercare così di tendere a un ordinamento e a un'organizzazione il più possibile comunitaria del settore (sfidando, prima ancora dei veti esterni, quelli tutti interni a Bruxelles e a Roma).
Sebbene, pertanto, vi sia stata una prima approvazione in linea di principio del piano di Ursula von der Leyen, gli interventi di dettaglio restano tutti da definire. Con la prospettiva che a finire "sotto attacco" potrebbero essere nuovamente scuola e sanità. E con l'importanza, anche in questo caso, di puntare sull'educazione finanziaria per diramare dubbi e quesiti.