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Economia | 11 marzo 2025, 17:37

Nel 2024 le esportazioni della provincia di Cuneo hanno superato gli 11 miliardi di euro (+5,2%)

Granda ancora in crescita a fronte del -4,9% del Piemonte e del -0,4% del Paese. Bilancia commerciale da record: saldo positivo di oltre 5 miliardi e 300 milioni di euro

La Camera di Commercio di Cuneo

La Camera di Commercio di Cuneo

Nel 2024 il valore delle esportazioni cuneesi di merci ha ampiamente superato gli 11 miliardi di euro con una crescita del 5,2% rispetto al 2023 quando il volume delle esportazioni superò i 10 miliardi e mezzo di euro. Il Piemonte ha fatto registrare una flessione del 4,9% e il Paese dello 0,4%.

La provincia di Cuneo rappresenta il 18,5% delle vendite regionali e l’1,8% di quelle nazionali all’estero. Rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia, la variazione dell’export si attesta a +32,2%, compresa la componente inflattiva.

Nel 2024 l’export nazionale risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali differenziate. L’aumento delle esportazioni è significativo per il Centro (+4,0%), mentre registra flessioni nelle altre parti d’Italia: Nord-est (-1,5%), Nord-ovest (-2,0%), Sud (-5,3%) e Isole (-5,4%).

Tornando alla provincia di Cuneo e prendendo in esame le singole performance si osservano risultati positivi in tutti i trimestri del 2024 (rispettivamente +2,3% nel primo; +5,8% nel secondo; +7,4% nel terzo e +5,2 % nel quarto).

Per ciò che concerne le importazioni di merci il valore è stato pari a 5,8 miliardi di euro, in aumento rispetto all’anno precedente (+7,4%). Questo trend risulta in controtendenza rispetto all’andamento regionale (-3,7%) e nazionale (-3,9%).

Il saldo della bilancia commerciale per la provincia di Cuneo fa segnare la cifra record di oltre 5,3 miliardi di euro.

"La serie storica riferita al periodo che va dal 2019 al 2024 fotografa una crescita continua delle esportazioni frenata soltanto nel 2020 dalla fase più critica della pandemia - afferma il Presidente Luca Crosetto. Nel corso di questi anni il nostro sistema imprenditoriale ha dimostrato di saper affrontare con successo le mutevoli esigenze dei mercati internazionali, facendo crescere del 32,2%, compresa la componente inflattiva, il valore delle esportazioni che sono passate da 8,5 a 11,2 miliardi di euro."


 

“Il dato delle nostre esportazioni è straordinario e conferma la capacità delle imprese cuneesi di imporsi sui mercati, pur in un contesto internazionale complicato - afferma il Presidente della Camera di commercio Luca Crosetto -. Conforta l'attitudine delle nostre aziende, in un momento di difficoltà della Francia, nostro primo partner commerciale, di crescere su altri mercati in Europa e al di fuori del vecchio continente."
 

La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel 2024 è il risultato di andamenti disomogenei nei vari settori di specializzazione.

Il comparto manifatturiero, che spiega il 96,1% dell’export cuneese, registra un aumento del 5,5%; i prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca, con una quota del 3,2%, registrano una flessione del 12,6%, mentre quelli dell’estrazione di minerali da cave e miniere con una quota dello 0,1% riportano un -8,9%.

Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 36,3% ed è il settore trainante dell’export manifatturiero, cresce del 7,6%, sebbene la performance migliore sia stata registrata dai prodotti tessili e dell’abbigliamento (+32,3%), seguita dagli altri prodotti delle attività manifatturiere (+26,2%), dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+14,3%), da macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,6%), da chimica e farmaceutica (+4,7%), dagli articoli in gomma e materie plastiche (+2,5%), dai metalli di base e prodotti di metalli (+1,1%).

Gli articoli in legno (-5,5%) sono quelli che hanno sofferto maggiormente, seguiti dai mezzi di trasporto (-1,8%).


 

Per quanto concerne i mercati di sbocco, il bacino dell’Ue-27 post Brexit assorbe il 62,0% delle vendite all’estero e si conferma, anche per il 2024, l’area di destinazione principale delle esportazioni cuneesi. Ai mercati situati al di fuori dell’area comunitaria è destinato il restante 38,0%. Entrambi i bacini chiudono con una variazione tendenziale positiva, rispettivamente pari al 3,4% per i mercati comunitari e del 8,3% per i restanti Paesi.

I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 18,0% e 13,6%. La Francia ha evidenziato una flessione del 3,4% mentre il mercato tedesco cresce del 2,3%. La Spagna, con una quota del 6,5%, ha registrato una variazione positiva del 5,0 %, mentre la Polonia con una quota del 5,3% ha riportato un sorprendente +20,0%. Belgio, Paesi Bassi e Repubblica Ceca, con quote rispettivamente del 2,7%, del 2,1% e dell’1,5%, hanno riportato i risultati meno positivi rispettivamente con -4,6%, -1,8% e +2,3%. Romania, Austria e Grecia hanno fatto segnare rispettivamente +11,7%, +11,2% e +10,3%.

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,3% e il 5,1% dell’export complessivo. Gli USA hanno registrato una crescita del 3,5%, mentre il Regno Unito di +0,4%. Le esportazioni verso la Cina vivono un vero e proprio boom (+ 229,1%) trainato dal comparto tessile e dei prodotti in pelle. La Cina diventa il terzo mercato di riferimento Extra Ue. Si consolidano in modo significativo le vendite verso Corea del Sud (+73,0%) e Turchia (+26,7%). Apprezzabile la crescita delle esportazioni verso mercati importanti quali Arabia Saudita (+8,5%) e Canada (+5,5%). In controtendenza l’Australia (-26,6%), il Messico (-9,0%) e la Svizzera (-7,8%).

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