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Attualità | 11 marzo 2025, 09:30

Provincia, Robaldo: “Accetto tutte le critiche ma non l’accusa di ingratitudine né il mettere in dubbio il mio essere civico”

Intervista a tutto campo al presidente dopo le vicissitudini politiche dell’ente di corso Nizza. “Riporterò in Consiglio la mozione de La Nostra Provincia nei cui confronti – afferma - le porte restano sempre aperte”

Luca Robaldo

Luca Robaldo

Dopo la rottura col centrosinistra, l’assegnazione delle deleghe e la nomina del vicepresidente, ora che il dado è stato tratto è tempo di bilanci politici per l’Amministrazione provinciale.

Dopo una lunga stasi, durata mesi, la scorsa settimana una serie di avvenimenti che hanno determinato una nuova governance per la Provincia.

Abbiamo rivolto al presidente Luca Robaldo alcune domande per cercare di capire cos’è successo e quali ora le prospettive.

Presidente, finalmente le deleghe. Perché ci è voluto così tanto tempo, oltre cinque mesi?

“Ho cercato di lavorare affinché tutti i consiglieri potessero dare il proprio contributo concreto al governo dell’ente. Per farlo ho suggerito ai vari gruppi di predisporre proposte programmatiche che potessero essere poi condivise dall’intero Consiglio. Non è bastato perché i colleghi de “La Nostra Provincia”, espressione del centrosinistra, hanno deciso di ritirare il proprio documento, sottraendosi a questo percorso. Sono molto dispiaciuto”. 

Per la prima volta, dal 2014, il governo della Provincia sarà “a maggioranza” essendosi il centrosinistra sfilato. Che giudizio dà di questa nuova situazione che si è determinata?

“Deve sapere che nel Regolamento di funzionamento del Consiglio provinciale non è neppure prevista la formazione dei gruppi, quindi nessuno ha mai pensato – dal 2014 ad oggi – a maggioranze e minoranze. Credo che questo rispecchi anche il “comune sentire” di tutti gli amministratori comunali della Granda ed io continuerò a lavorare in questo senso”.

È innegabile che le elezioni del Consiglio provinciale del 29 settembre scorso abbiano rafforzato la componente “moderata” del centrodestra, ora ribadita nell’assegnazione delle deleghe e con la nomina del vicepresidente. Patto Civico e Forza Italia dispongono della maggioranza con 7 consiglieri su 12. Fratelli d’Italia conta su un solo consigliere mentre la Lega è addirittura assente. Inoltre, non c’è più la Nostra Provincia che si è chiamata fuori. Sarà più facile o più difficile rispetto ai suoi primi due anni di presidenza?

“Sono convinto, come lo ero con la precedente composizione del Consiglio, di lavorare con persone che hanno a cuore il futuro dell’ente e del territorio che rappresentano. Ognuno dei consiglieri ha dimostrato in questi mesi la volontà di impegnarsi e di mettersi a disposizione per lavorare alle tante tematiche su cui la Provincia ha competenza. Se così continuerà ad essere, potremo affrontare al meglio le tante difficoltà che riguardano la nostra come tutte le Province d’Italia”.

Il centrosinistra, che aveva sostenuto la sua corsa a presidente nel 2022, le rimprovera una mancanza di gratitudine e di aver fatto una scelta non più civica ma di schieramento a favore del centrodestra. Che cosa risponde?

“Accetto tutti i rimproveri ma questo, me lo lasci dire, è immeritato. Ero civico nel 2022 e lo sono ancora adesso. Anzi ora più di allora, stante la presenza di ben quattro consiglieri provinciali espressione del “Patto Civico”, eletti con la stessa formazione (e lo stesso simbolo) con cui fui eletto io due anni fa”. 

Non teme che il governo dell’Amministrazione provinciale, con l’uscita del centrosinistra, possa avere qualche frizione con le quattro delle sette “sorelle” della Granda amministrate dal centrosinistra, Cuneo, Alba, Bra e Saluzzo?

“Non ho questo timore”.

È vero che intende portare comunque all’esame del prossimo Consiglio provinciale la mozione che il centrosinistra ha ritirato nella seduta del 6 marzo? Mi viene da pensare che possa trattarsi di una provocazione. Sbaglio?

“Sì, lo farò e non la intendo certo come una provocazione. Al contrario, ritengo sia corretto consentire al Consiglio di esprimersi liberamente circa il contenuto del documento. Come avrà visto tratterrò per me le deleghe che avrei voluto assegnare ai consiglieri espressione del centrosinistra: se cambieranno idea potrò loro assegnarle”.

Giampaolo Testa

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