Economia - 11 marzo 2025, 10:42

La Prima dell’Alta Langa: uno straordinario successo di pubblico per una bollicina capace di esprimere appieno l’effervescenza piemontese

Un giro tra gli stand della manifestazione allestita alla Nuvola Lavazza per scoprire alcune piccole realtà impegnate a declinare questo particolare metodo classico in una forma capace di farne un vino di punta della produzione vitivinicola della Langa

La Prima dell’Alta Langa: uno straordinario successo di pubblico

Per capire il successo de La Prima dell’Alta Langa, quest’anno tenutasi all’interno della Nuvola Lavazza, era davvero sufficiente un colpo d’occhio, magari dall’alto: di qui infatti si poteva vedere non solo il flusso continuo di visitatori, ma scorgere – anche se di lontano – il loro interesse per una bollicina ormai affermatasi e capace di distinguersi oltre che per la notevole qualità anche per la costante crescita di numeri.

“L’Alta Langa – ha spiegato Mariacristina Castelletta, presidente del consorzio di questo prestigioso vino – è il metodo classico più antico d’Italia. E la sua lungimirante messa a punto non ha dato vita soltanto ad un nuovo vino, ma ad una visione, a un progetto, a una scommessa vinta. Così l’altissima qualità ormai raggiunta dall’Alta Langa consente a questa bollicina di guardare a un futuro nel quale essa potrà giocare un ruolo da protagonista nel panorama dei grandi vini del Piemonte”. Ed è per capire questa qualità che abbiamo fatto un giro degli stand dell’evento, cercando questa volta qualche giovane produttore di Alta Langa

Agricola Brandini: la freschezza come parola d’ordine

“La freschezza – ci racconta Serena Bagnasco dell’Agricola Brandini di La Morra – è la nostra parola d’ordine. Una parola che però non va fraintesa: certo la freschezza, essendo noi due sorelle piuttosto giovani, è qualcosa che per età ci appartiene e che cerchiamo di trasmettere ai nostri Alta Langa. Ma la nostra freschezza non manca certo di spessore e si coniuga quasi naturalmente con la finezza e con l’eleganza”.

[Serena Bagnasco, Agricola Brandini, La Morra (CN)]

Il racconto di Serena risulta estremamente efficace, visto che sono proprio finezza ed eleganza le sensazioni che, a nostro avviso più al palato che al naso, ci suscita l’Alta Langa Blanc de Blancs 655: un autentico “cru” che nasce al 100% da uve Chardonnay coltivate su un “cocuzzolo” di Lequio Berra e destinato a dare il meglio di sé dopo 38 mesi di affinamento sui lieviti.

Cavallero Azienda Agricola: la forza del vino fatto in vigna

“La nostra forza – e questa volta invece a parlare è Giacomo Cavallero dell’omonima azienda di Vesime in provincia di Asti – è rappresentata dal fatto che nostra è una realtà a conduzione familiare. E questo ci permette di seguire l’intero ciclo produttivo: dalla vigna alla bottiglia finita, potendo così porre un’estrema attenzione alla qualità nei diversi passaggi del prender forma del vino”.

[Giacomo Cavallero, Azienda Agricola Cavallero, Vesime (AT)]

Ed è forse proprio una sensazione di forza, pur declinata nella forma di una sapidità attraversata da un perlage fine e intenso, a connotare l’identità dell’Alta Langa Extra Brut di questa azienda: una bollicina che facendo interagire Pinot nero (80%) e Chardonnay (20%), attraverso un processo che ne prevede prima la fermentazione in serbatoi d’acciaio e poi l’affinamento per almeno 30 mesi in bottiglia, lascia in bocca un piacevole sapore di pane fresco il cui retrogusto vira piacevolmente verso il sapido.

Azienda Fratelli Grimaldi: un legame col territorio che si respira nel vino

Basta sentir parlare un attimo Ilaria dei vini che l’azienda Fratelli Grimaldi di Santo Stefano Belbo produce in località san Grato per capire come a risuonare nelle sue parole ci sia la storia di una famiglia che da oltre un secolo guarda al vino come all’espressione più piena del territorio che lo produce.

]Ilaria Grimaldi, Fratelli Grimaldi, Santo Stefano Belbo (CN)]

“Per me e per mio fratello Paolo fare il vino significa innanzitutto mantenere vivo il legame col territorio nel quale siamo nati e continuiamo a vivere. Ed è questa terra che si respira nel Magnum Alta Langa 2017: un vino costituito da un 80% di Pinot Nero e un 20% di Chardonnay che trovano uno straordinario equilibrio. E sono forse proprio i 48 mesi di affinamento in bottiglia ad aver dato vita, dimostrando come questo sia un vino che ha bisogno di tempo, ad una bollicina nella quale davvero il sapore dei grandi vini di Langa emerge in modo così netto e spiccato da risultare inatteso".

Piergiuseppe Bernardi