Sarà inaugurato domenica 16 marzo il Campo della Gloria nel Cimitero di Roburent, per ricordare i partigiani trucidati a Miassola, località boschiva molto isolata, il 17 marzo 1944, sul finire della grande Battaglia della Valle Casotto.
"È la dignitosa conclusione di una attività sociale iniziata nel 2016 - spiega il consigliere Romolo Garavagno -, durante la tornata amministrativa retta dalla Commissario Straordinario dott.sa Marinella Rancurello, quando l’onlus “col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo” e la associazione “Savin” sollecitarono un intervento per assicurare particolare dignità all’area ove erano sepolti i Patrioti. Sono occorsi molti anni, tra le remore ed i ritardi, prima di giungere al meritorio impegno della Tornata del Sindaco Emiliano Negro".
Si trattava di un eroico Carabiniere, di neppure 19 anni, Gregorio Pietraperzia, di Maccagno, in provincia di Varese, giunto in valle dalla Stazione dell’Arma di Milano Porta Genova, per unirsi alla Formazione “Autonomi” per la Lotta della Libertà, assieme ad altri 7 roburentesi.
Il gruppo, dopo l’ordine dello sbandamento dato dal maggiore Enrico Martini Mauri, che non poteva più sopportare l’assalto delle truppe nazifasciste, si portarono in un seccatoio di proprietà della famiglia del Partigiano Andrea Sasso, nascosto in una boscaglia assolutamente celata per passare la notte tra il 16 ed il 17, per poi trovare altre sistemazioni. Sicuramente sollecitati da una delazione i nazisti che presidiavano il capoluogo di Roburent, nella prima mattinata, diedero l’assalto alla casupola.
Il Carabiniere, con l’animo di richiamare su di sé la responsabilità, si recò incontro al reparto, che lo freddò senza pietà, ben lontano dal rustico. Tre Partigiani, svegliatisi riuscirono a porsi in salvo, scollinando e andando a ulteriormente celarsi in un cucuzzolo del Monte Grosso. Gli altri 4 furono sorpresi nel sonno e massacrati. I tre che si erano salvati furono convinti da una abitante di Roburent a presentarsi ai nazisti, presso il comando centrale di Pamparato, per evitare rappresaglie sulle famiglie del capoluogo, assicurando che avrebbero avuta salva la vita. Invece vennero fucilati il 21 dello stesso mese.
Sull’ apposita lapide, che era già stata realizzata per iniziativa della onlus nel 1923, sono pure menzionati il Cappellano Partigiano don Giuseppe Dogliani, nativo di Carrù, sacerdote della Diocesi di Ventimiglia (dopo una lunga attività pastorale missionaria nell’Istituto Missioni della Consolata) ucciso e inumato con un solo strato di fogliame secco, il 22 marzo 1944, in località Carlèt, al confine con Sera Pamparato ed il Partigiano giunto da Pola: Alfero Dapretto, caduto durante una azione combattente in località Savin. Il gesto del Carabiniere Pietraperzia, per iniziativa della Giunta Comunale presieduta dal Sindaco Bruno Vallepiano, è stato insignito, dal Presidente della Repubblica, della Medaglia d’oro al Merito Civile, anche per molte altre attività sociali in Roburent, dall’inizio del 1944.
Domenica alle 10,30 la celebrazione della Santa Messa nella Parrocchiale di San Siro, quindi la commemorazione e la inaugurazione. I fatti saranno ricordati dal Consigliere Romolo Garavagno e relazione storica sarà affidata al direttore dell’istituto Storico della Resistenza della Provincia di cuneo Gigi Garelli.