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Attualità | 09 marzo 2025, 07:15

“Pavese parla a noi”: Giacomo Civalleri e il podcast che collega le Langhe e Peveragno

Il giovane studente di Lettere, peveragnese, ha vinto l’Academy Choramedia e realizzerà la prossima edizione di “Era sempre festa”. Anche la sua tesi di laurea riguarda il celebre autore langarolo

Giacomo Civalleri

Giacomo Civalleri

Il primo contatto con Cesare Pavese l’ho avuto grazie a mio fratello maggiore, in quarta liceo. Mi ha fatto leggere ‘La casa in collina’: ho sentito di aver trovato una voce che raccontasse le mie, personali, spine nel fianco”.

Profuma di radici, di casa, di convivialità e di origini il rapporto tra il giovane peveragnese laureando in lettere all’UniTo Giacomo Civalleri e la figura – ingombrante a dir poco, per chi come lui ha la passione della letteratura, fatta ed esperita – del celebre scrittore langarolo. Che ha portato il primo a trionfare nella prima edizione della Podcast Academy “Ascoltare la letteratura” di Fondazione CRC Innova, Fondazione Cesare Pavese e Chora Media.

Il concorso e il podcast “Era sempre festa”
L’elaborato realizzato a seguito della tre giorni di laboratorio occorsa dal 9 all’11 settembre scorso nel paese natale di Pavese, Santo Stefano Belbo, - che l’hanno visto collaborare con diversi professionisti della New Media Academy di Chora & Will come Marco Villa, Ilaria Orrù, Luca Micheli, Guido Bertolotti e Andrea De Cesco – ha il titolo “Messaggio per i mortali. I Dialoghi con Leucò parlano a noi” e andrà a costituire la terza stagione del podcast “Era sempre festa” ideata proprio dai tre soggetti che hanno lanciato il bando: nel corso delle puntate si racconterà l’opera di Pavese attraverso lo sguardo di lettori d’eccezione del mondo della letteratura, della musica e dello spettacolo.

Giacomo è stato ufficialmente premiato nella prima metà di febbraio al Rondò dei Talenti di Cuneo, alla presenza anche di Giovanni Sanicola (Head of Education di Chora&Will). E dire che, al concorso dell’Academy, ci è arrivato quasi per caso: “Mio fratello mi ha inviato su Instagram un post della Fondazione CRC - racconta -. La prospettiva del fatto che si parlasse di Pavese e che si dovesse realizzare il laboratorio ‘in casa sua’ sono stati fattori sufficienti a convincermi”.

Il laboratorio e le fasi di realizzazione del podcast
I tre giorni a Santo Stefano Belbo sono stati intensi – prosegue Giacomo -. Ogni giorno abbiamo affrontato una diversa componente del processo di costruzione di un podcast: la scrittura, la pre produzione, la post produzione. Nonostante in tre giorni il tempo corra e si possano apprendere solo conoscenze di base è stato illuminante, e gli insegnanti dell’Academy sono stati super brillanti”.

Ci siamo divertiti, anche se a fine giornata eravamo a pezzi - aggiunge -. Poi, aspetto che non va ignorato, quello del paesaggio: le Langhe durante la vendemmia hanno creato un’atmosfera particolare. E, sarà una banalità, ma devo dire che abbiamo sempre mangiato bene”.

La vittoria del concorso, però, è un primo passo. “Certo, il lavoro è appena cominciato – continua il giovane autore -. Con il team di Chora abbiamo impostato le prime fasi, in particolare della prima puntata. Una volta raccolto tutto il materiale, e cioè registrazioni ed estratti dall’opera, procediamo con la scrittura. Quando avremo sistemato come si deve la struttura di una puntata, continueremo con le altre”.

Peveragno e la letteratura “come difesa” al centro
Ma il rapporto – come detto viscerale, atavico – di Giacomo con Cesare Pavese e la sua opera non si sostanzia unicamente nell’elaborato prodotto per l’Academy. Anche la sua tesi di laurea è collegata all’autore langarolo, in una peculiare realtà in cui gli obblighi accademici e i progetti extracurricolari intersecano le sue passioni personali come la lettura e il forte rapporto con la provincia cuneese (in particolare il paesino di Peveragno, ma ci arriviamo).

Tesi e podcast sono accomunati dalla figura di Pavese, protagonista di entrambi, e dal valore ‘d’impatto’ che attribuisco alla letteratura, che deve avere il potere di raccontare la realtà di tutti i giorni rimanendoci dentro senza diventare ‘strumento di fuga dalla realtà’ quanto piuttosto arma di difesa con cui proteggersi dalle insidie che la vita ci pone di fronte – racconta ancora Giacomo -. In un certo senso Pavese la pensava allo stesso modo, basta leggere la celebre nota del 10 novembre 1938 del diario Il Mestiere di vivere (“La letteratura è una difesa contro le offese della vita”), o leggere le parole che gli dedica Calvino nel saggio Il midollo del leone. Sono questi i riferimenti che ho portato alla mia relatrice come proposta per la tesi. A lei sono piaciuti e abbiamo imbastito le basi tematiche dell’elaborato. L’ideale divulgativo da cui prende parte il podcast è esattamente quello: la letteratura parla a noi, parla di noi, agisce in questo universo, quindi serve”.

Il podcast, insomma, sarà fuori su tutte le piattaforme audio entro la prossima edizione del Pavese Festival (quindi entro la fine di giugno). E, rispetto alla tesi, conserverà un aspetto particolare di Giacomo, ovvero l’amore per Peveragno: “È solo un paese di cinquemila anime immerso fra le Alpi di Cuneo ma so che dentro vi ribollono tante storie che hanno dignità di essere rappresentate; sono convinto che l’Italia sia costellata di Peveragno, in lungo e in largo. Spero che il progetto, almeno un pochino, possa dare forma a questo proposito di far immedesimare le persone nelle voci di altri come loro”.

Simone Giraudi

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