Agricoltura - 08 marzo 2025, 10:25

Vino e dazi Usa, il presidente di Land of Wine Francesco Monchiero da New York: "Il Piemonte è pronto a resistere"

L'enologo e produttore vitivinicolo era alla presentazione della guida Tre Bicchieri del Gambero Rosso: “Mercato incerto, ma per ora gli operatori restano ottimisti, se scattano i dazi colpiranno il vino più accessibile”

Tra gli eventi organizzati da Piemonte Land of Wine anche Wine Paris 2025

La cornice è prestigiosa: la presentazione della guida Tre Bicchieri del Gambero Rosso, un evento di riferimento per il vino italiano negli Stati Uniti. È qui, a New York, che Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine, che rappresenta oggi tutti i 14 Consorzi del vino ufficialmente riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura, sta vivendo in prima persona il clima di incertezza che avvolge il mercato, tra timori di dazi e cambiamenti nelle abitudini di consumo.

"Sto vivendo direttamente l'atmosfera - esordisce Monchiero (nella foto sotto con il curatore della guida Giuseppe Carrus -. Ho fatto diverse degustazioni con operatori del settore e, per ora, prevale un certo ottimismo: la maggior parte non crede che i dazi verranno applicati. Però un po’ di paura c’è, perché il nuovo presidente americano Donald Trump ci ha già abituati a decisioni repentine".

L’eventualità di nuove tariffe doganali preoccupa soprattutto per il loro impatto sui vini di fascia media e bassa. "Se dovessero scattare, sarebbe molto pesante per i vini ‘da lavoro’, quelli serviti al bicchiere nei ristoranti. I dazi colpirebbero ogni bottiglia in modo uniforme, indipendentemente dal suo valore: una bottiglia che parte dall’Italia a 5 euro subirebbe lo stesso incremento di una che ne vale 30. Il risultato? I vini di alta gamma risentirebbero meno del provvedimento, mentre quelli più accessibili rischierebbero di subire un drastico calo dei consumi".

Ma i dazi non sono l’unica variabile che agita il mercato. "Diciamo che c'è una tempesta perfetta in questo momento", osserva Monchiero. "L’inasprimento delle pene per la guida in stato di ebbrezza ha creato una pressione psicologica sui consumatori, mentre l’inflazione ha fatto lievitare il prezzo medio delle bottiglie sulle tavole. E poi c’è la questione del vino dealcolato".

Su quest’ultimo punto, il presidente di Piemonte Land of Wine mantiene un atteggiamento pragmatico: "Io lo vedo più come un’alternativa ad altre bevande che come un vero concorrente del vino tradizionale. Chi oggi beve analcolico avrà una proposta in più, ma questo non significa che i consumatori di vino cambieranno abitudini".

Quanto ai timori per il futuro, Monchiero sottolinea come il Piemonte abbia una posizione di relativa protezione rispetto ad altre regioni italiane. "Noi piemontesi tendiamo sempre a prepararci con anticipo. I nostri vini sono già posizionati su una fascia medio-alta e non dipendiamo da grandi volumi come Veneto, Emilia-Romagna o Puglia. Certo, non possiamo ignorare il rischio, ma il Piemonte ha saputo costruire un mercato solido".

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi? "Per ora, sul vino non c’è nulla di certo. Speriamo di non dover scoprire quanto possano incidere questi dazi", la sua chiosa.

Daniele Vaira