Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese: come comunicare meglio le attività e i progetti realizzati, in realizzazione e da realizzare? Questa domanda è stata al centro della riunione della VI commissione consiliare occorsa nella serata di ieri (giovedì 6 marzo), nella sala del Consiglio comunale del municipio di Cuneo.
Presenti per l’occasione – oltre al presidente di commissione Erio Ambrosino – anche l’assessore Paola Olivero, il presidente del Consorzio Giancarlo Arneodo e la direttrice Giulia Manassero. Che hanno risposto alle istanze presentate dal consigliere Franco Civallero (FI) in uno scorso Consiglio comunale, chiarimenti riguardanti proprio le attività del Consorzio e la parte finanziaria dello stesso.
La discussione si è concentrata principalmente sul sito internet del Consorzio, che non vede un restyling dal 2020 – all’epoca, costato quattromila euro - che lo stesso Arneodo ha definito “nella sua efficacia, ampiamente migliorabile, tanto che nel Piano Programmatico 2025-2027 la sua revisione e razionalizzazione figura tra gli obiettivi dell’anno in corso”. L’idea è quella di utilizzare risorse interne, visto quanto il settore comunicazione sia sotto stress nella gestione dei progetti PNRR: “Lavorare sulla comunicazione è importante, comunque, perché risponde a un’esigenza di rispetto e trasparenza nei confronti dell’utenza”.
“Rispetto alla digitalizzazione del contatto con gli utenti i Comuni, negli anni, hanno avuto accesso a bandi importanti mentre gli enti gestori come noi, che non esistono nelle altre regioni d’Italia, non sono stati contemplati” ha aggiunto Manassero, realizzando una disamina approfondita dei contenuti del sito internet, che comunque presenta in maniera pubblica molte delle informazioni richieste dal consigliere nella propria interpellanza.
Ma la povertà d’informazione del sito internet attuale è solo uno degli scogli da superare, per il Consorzio, nel rapporto con l’utenza. “L’eterogeneità dei bisogni sociali è ampissima ed è quindi difficile comunicare le nostre attività di base – ha detto Manassero -: non tutti sanno cosa facciamo con precisione e nel concreto il lavoro quotidiano dell’assistente sociale è ben lontano dal solo stereotipo dell’allontanamento del bambino maltrattato”.
“Questa non è una giustificazione ma è ovvio che il problema, per un ente con 200 dipendenti e un bilancio da 40 milioni di euro, non si possa risolvere con la sola razionalizzazione del sito internet – ha concluso Manassero -. Un fatto è che, a differenza di altri servizi sanitari territoriali, la nostra utenza si rivolge a noi malvolentieri e quando lo fa cerca di non farsi troppo vedere”.