Attualità - 07 marzo 2025, 20:06

Le prime riviste femminili tra Settecento e Ottocento: alle "Tre età" di Verzuolo

Maria Grazia Colombari mercoledì 12 marzo racconta dell’importanza di questi giornali come veicolo di emancipazione e cultura per le donne

Maria Grazia Colombari

La professoressa Maria Grazia Colombari terrà un incontro nell’ambito degli incontri  delle Tre Età di Verzuolo sul tema delle prime riviste femminili tra il Settecento e l’Ottocento, mercoledì 12 marzo alle 15, a Palazzo Drago.

Queste pubblicazioni hanno rappresentato un’importante opportunità di emancipazione per le donne dell’epoca, contribuendo ad aprire la loro mente e a stimolare il dibattito culturale e sociale.

Le riviste femminili non erano semplici raccolte di consigli di moda e galateo, come si potrebbe erroneamente pensare, ma strumenti di diffusione del pensiero, della letteratura e del dibattito politico.

Esse permisero a molte donne di accedere a nuove conoscenze e di esprimere le proprie idee in un periodo in cui la società tendeva a relegarle ai margini della sfera pubblica.

Nel corso del Settecento e dell’Ottocento, molte donne iniziarono a emergere come scrittrici e, successivamente, come giornaliste, nonostante le numerose difficoltà e le discriminazioni di genere. Una delle figure più emblematiche di questo processo fu Cristina Trivulzio di Belgioioso, patriota, giornalista e scrittrice italiana, protagonista del Risorgimento.

A metà Ottocento, fu editrice di giornali rivoluzionari, impegnandosi attivamente nella causa dell’indipendenza italiana. Le sue opere affrontano spesso gli eventi della prima guerra d’indipendenza, offrendo un punto di vista femminile su un’epoca di profondi cambiamenti.

Un’altra figura di spicco fu Matilde Serao, prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano. Nel 1885, diede vita al "Corriere di Roma", per poi ripetere l’esperienza con "Il Mattino" e "Il Giorno".

Serao non solo si impose in un mondo prettamente maschile, ma riuscì anche a dare voce alle tematiche sociali e politiche dell’epoca, contribuendo alla crescita del giornalismo italiano.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, queste riviste non erano destinate esclusivamente a un’élite colta, ma venivano lette anche dalle donne meno istruite. Il loro linguaggio accessibile e gli argomenti trattati permisero la diffusione di idee progressiste in ampi strati della popolazione femminile.

Le prime riviste femminili tra il Settecento e l’Ottocento rappresentarono quindi un elemento fondamentale per il progresso delle donne nella società, anticipando le battaglie per la parità di genere che sarebbero proseguite nel Novecento.

Ingresso libero.


 

Anna Maria Parola