Gentile direttore,
L'8 marzo è una data per fare il punto sui risultati positivi dell’impegno delle donne, certo non uniforme se guardiamo a molte realtà del mondo, dall’Iran all’Afghanistan, dai campi profughi ai teatri di guerra e alle migrazioni, dove le donne sono vittime, ma anche protagoniste attive.
E su quanto c’è ancora da fare; per il nostro Paese non è difficile individuare campi di ulteriori interventi.
In Italia le donne sono sempre più istruite e formate, le ragazze primeggiano a scuola e all’università, ma nel mondo del lavoro il gender gap persiste, le donne guadagnano meno degli uomini e sono più precarie.
L’indipendenza economica è un tassello fondamentale per dare senso compiuto alla libertà femminile. La maternità pesa ancora come zavorra nel lavoro: cresce il numero degli asili nido, ma l’offerta rimane insufficiente.
La cultura del patriarcato è sempre più condannata, ma non superata.
Nessuno mette più in discussione, almeno apertamente, la legge sulla interruzione della gravidanza, ma in troppe realtà la si ostacola.
Nelle scuole è maturo il tempo di introdurre l’educazione alla affettività e alla sessualità. Diciamo spesso che la distanza tra la condizione della donna e quella dell’uomo è di tipo culturale, allora quale miglior luogo della scuola per consentire a tutte e tutti di confrontarsi e crescere insieme su questi temi.
Nel quotidiano la parità di genere si diffonde ma non decolla: nel 2023 le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni contro appena 2,1 milioni per gli uomini. Qualcosa si muove, ma ancora troppo lentamente. Il lavoro di cura, dai piccoli agli anziani a chi ne ha bisogno, non può e non deve essere un monopolio femminile.
Indicazioni non certo esaustive, ma obiettivi che possiamo raggiungere a partire dalla consapevolezza delle ragioni dei ritardi e soprattutto da chi dipendono: e chi decide per noi le caratteristiche della nostra vita quotidiana se non coloro che eleggiamo per governarci?
E allora andiamo a votare e stiamo attente a quello che decide chi esercita il potere, a quello che fa, non a quello che dice, e a come questo ha conseguenze pratiche sulle nostre vite.
Buon 8 Marzo a tutte!
Rosita Serra
Portavoce Democratiche Cuneo