Il 6 marzo è la Giornata dei Giusti. Istituita nel 2012 dal Parlamento Europeo e dal dicembre 2017 solennità civile in Italia, è dedicata a mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani.
In questa giornata, le campane dei Comuni di Borgo San Dalmazzo (Piemonte) e Agnone (Molise) suonano idealmente assieme, in ricordo di don Raimondo Viale, Giusto tra le Nazioni.
«L’Amministrazione comunale di Agnone vuole onorare questa data ricordando la figura di un prete Giusto, don Raimondo Viale, che visse nella nostra città perché confinato dal regime fascista per le sue coraggiose prediche contro la guerra e che, dopo l’esilio, rientrato a Borgo San Dalmazzo, nel dramma crescente delle persecuzioni nazifasciste, si schierò dalla parte giusta dando soccorso alle centinaia di ebrei che fuggivano dalla Francia», spiegano il sindaco di Agnone Daniele Saia e l’assessore alla Cultura, Giovanni Amedeo Di Nucci.
Il 25 settembre del 1984 si spegneva all’età di 77 anni don Raimondo Viale, viceparroco di Borgo San Dalmazzo che negli anni bui della Seconda guerra mondiale diede un contributo fondamentale nel salvare la vita a centinaia di ebrei perseguitati dal regime nazifascista. Dal 2000 il suo nome è iscritto tra i Giusti tra le Nazioni di Yad Vashem, a lui è dedicato l’ultima opera di Nuto Revelli, “Il prete giusto” (Einaudi, 2004), ed è lui ad aprire la sezione con i nomi e le storie dei “giusti” del territorio in MEMO4345, l’allestimento multimediale storico-didattico dedicato alla Shoah di Borgo San Dalmazzo.
«È importante sottolineare questo gemellaggio simbolico tra la nostra città e Agnone nel nome di don Raimondo Viale – commentano la sindaca di Borgo San Dalmazzo, Roberta Robbione, e l’assessora alla Cultura, Michela Galvagno -. In MEMO4345 si possono conoscere le piccole grandi storie dei “nostri giusti", alcuni riconosciuti dallo Yad Vashem, tra cui proprio don Raimondo Viale. Persone del territorio, che nonostante 20 anni di fascismo, la fame, il rischio della fucilazione, decisero di non rimanere a guardare, di non restare indifferenti, di fronte alle ingiustizie scatenate dalla persecuzione nazifascista. Le campane oggi suonano per risvegliare il nostro senso di umanità».