Economia - 06 marzo 2025, 11:42

Intesa Sanpaolo, avanti con le chiusure: in Granda addio a nove sportelli, altri quattro verranno accorpati

Tra giugno e ottobre abbasseranno le serrande le sedi di Barge, Frabosa Soprana, Farigliano, Limone Piemonte, Magliano Alfieri, Magliano Alpi, Mango, Murazzano, Valdieri e Vinadio. Accorpamenti per Gallo Grinzane, Beinette, Chiusa Pesio e Garessio

In Granda addio a nove sportelli, altri quattro verranno accorpati

"E poi parliamo di vicinanza ai territori: ma che visione di paese hanno?". Con queste parole che il presidente di Uncem Piemonte Roberto Colombero commenta il "Piano di chiusure /accorpamenti filiali per il 2025" di Intesa Sanpaolo, reso noto nelle scorse ore dalla Fisac Cgil.

Secondo la sigla sindacale il documento (pubblicato qui https://fisacgruppointesasanpaolo.it/wp-content/uploads/2025/03/250304_Piano-Territoriale-2025.pdf) completa quanto previsto per l’attuale Piano industriale Piano Territoriale 2025 del colosso bancario torinese.

La previsione è di chiusura per nove sportelli. Sono quelli di viale Mazzini a Barge (data prevista il 18 ottobre), piazza San Giovanni a Farigliano (21 giugno), piazza Marconi a Frabosa Soprana (18 ottobre), via IV Novembre a Magliano Alfieri (21 giugno), via Langhe a Magliano Alpi (18 ottobre), piazza XX Settembre a Mango (21 giugno), via Bruno a Murazzano (21 giugno), corso Caduti in Guerra a Valdieri (18 ottobre) e via Roma a Vinadio (18 ottobre).

Verrebbero invece accorpate le filiali di via Garibaldi ad Alba (frazione Gallo, con quella di viale Vico, dal 21 giugno), di Beinette e di Chiusa Pesio (accorpate a Peveragno dal 21 giugno) e di Garessio (accorpata a Ceva via Moretti, anche qui dal 21 giugno).

NEL BILANCIO 2024 DI INTESA UTILI PER 8,6 MILIARDI

Via libera dal Cda di Intesa Sanpaolo al progetto di bilancio d’esercizio e al bilancio consolidato al 31 dicembre 2024 che registrano un risultato netto pari a 5.604 milioni di euro per la capogruppo (7.292 milioni di euro nel 2023) e 8.666 milioni di euro a livello consolidato (7.724 milioni di euro nel 2023). L’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio include la proposta di destinazione dell’utile dell’esercizio che pertanto verrano sottoposto all’approvazione dell’assemblea ordinaria degli azionisti prevista per il prossimo 29 aprile.

Il cda, infatti, “ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di 6 mld di euro complessivamente, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato, che, tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 3 mld porta alla proposta di distribuzione di 3 mld a saldo, corrispondente a un importo unitario di 17,1 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria”.

La distribuzione, se approvata dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 21 maggio con stacco cedole il 19 maggio e record date il 20 maggio.

BUSSONE (UNCEM): "PRONTI A TORNARE IN PIAZZA"

"L’abbandono delle banche che se ne vanno fregandosene dei clienti, in nome di una finanziarizzazione del sistema, della speculazione e del presunto home banking che ci salva, o di qualche chat bot per rispondere a tutto, richiede una mobilitazione – dichiarava nei giorni scorsi Bussone, il presidente nazionale dell’Unione nazionale comunità ed enti montani (Uncem) – La chiusura degli sportelli nei piccoli Comuni è un fatto non trascurabile per le agende politiche. Serve uno scatto. Chiudere in città è ben diverso che tagliare un servizio in un piccolo Comune. Siamo pronti a tornare in piazza, come fatto a Monticello d’Alba e a Bobbio Pellice. Le banche che chiudono sono uno scandalo per un paese che è policentrico e per le comunità locali che non accettano prese in giro con smobilitazioni in nome di risparmi che fanno solo bene agli ingenti utili ed extra profitti di banche multinazionali".

"L’illogica logica dei numeri, quella stessa che taglia i servizi sanitari, quelli scolastici e tutto il resto; questo denuncia l’Uncem (…). Si salvano le BCC che in passato vennero portate in unici grandi gruppi provando di fatto a smontarle, a unirle per frammentarle. – chiude Bussone – Si salva Poste Italiane che in nome di una legge, la 158/2017 è sui piccoli Comuni e lotta con noi. Scenderemo ancora in piazza. I profitti dei banchieri sono a danno dei Comuni e delle comunità che resistono sui territori".

E. M.